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Abietto e sublime ma raramente virile

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Qualcuno si è soffermato sul termine ‘virile’? È ormai desueto, non lo usa più nessuno nel timore di ricadere in vecchi e contestati cliché e stereotipi sui generi. Virile è spesso confuso con ‘sexy’ o ‘erotico’, o con l’immagine del maschio-macho, quello che “non deve chiedere mai”.
Sbagliato. L’uomo virile non è un bell’omone forzuto e muscoloso. Un bronzo di Riace, per intenderci, può forse comunicarci virilità per perfezione della mascolinità rappresentata. Quello che contraddistingue la virilità è una forza dell’animo.
La forza dell’uomo virile è quella che risiede nella sua interezza, nella sua consapevolezza e nella sua gentilezza, è una forza rassicurante. È quella del rispetto e dell’eleganza anche nei momenti di crisi, di debolezza, anche quando si sbaglia. Perché non stiamo definendo la perfezione, al contrario cerchiamo la dignità nell’errore.
Qualcuno mi invita a considerare la virilità come virtù dei forti a prescindere dal genere. E sia. Anche donne e omosessuali quindi. Ma è dell’uomo, in quanto maschio, questa connotazione controversa e spesso mistificata.
Molti gli uomini sul mio cammino fino a qui, pochissimi i virili.
Mi guardo intorno e, infatti, non c’è virilità nei maltrattamenti, e neppure nell’arroganza. E nemmeno – sia ben chiaro! – è virile chi vanta un gran numero di donne conquistate e la facilità con cui se le è portate a letto.
Figuriamoci, gli uomini di potere.
E non si illudano i narcisi compiaciuti dal proprio ego, gli intellettuali più o meno brillanti, gli affabulatori, gli spiritosi sempre pronti a mettersi al centro della conversazione o a insegnarti a stare al mondo. Men che meno i cosiddetti mascalzoni e quelli che si defilano perché sciatti nei sentimenti e nelle attenzioni, banderuole esposte al vento. Per non parlare di chi usa scherno e sarcasmo, o tono paternalistico, svelando malcelati sentimenti di invidia e frustrazione o, addirittura, di competizione.
Non c’è virilità nella codardia, né nella disattenzione. Non è virile la slealtà, e neppure lo è la volgarità. Virile è l’uomo che sbaglia e chiede scusa. È virile chi sa prendere una decisione dolorosa senza calpestare, prevaricare o trascendere. Virile è chi ama e combatte con costanza e determinazione, ma anche chi abbandona senza umiliare.
Spesso mi vergogno per gli uomini incapaci di virilità.

 

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ANDREINA SWICH

-Una Donna Turchese di A.Swich - 2009, Dalai editore-

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