Fenomenologia del piropo Lo ammetto. Sarà perché vanno tutti dallo psicanalista e sono abituati a raccontare, ma gli argentini con le parole ci sanno fare. Di più: costruiscono situazioni narrative e dialoghi che avrebbero fatto invidia a Nora Ephron. E ti fregano come ridere. Se poi sei una scrittrice e ti innamori della scena prima […]
A testa in giù. A Buenos Aires ogni bagno ha la sua storia. C’è quello dove si può fare una doccia calda solo lasciando aperta l’acqua fredda del bidet. Quello in cui lo sciacquone funziona con due colpi brevi e uno lungo (punto punto linea) e quello dove il suddetto sciacquone si ricarica con un […]
La merda non è cacca. Nel senso che le parole hanno un loro peso specifico. E le parolacce ancora di più. E se vogliamo affrontare il tema delle puteadas (imprecazioni, turpiloqui) non posso in alcun modo censurarmi. Perciò, non aspettatevi perifrasi, puntini di sospensione, ics o asterischi. Percorrerò fino in fondo l’abisso della volgarità, sapendo […]
Una città senza il tiro In quattro decenni di vita ho abitato in cinque città diverse, distribuite su tre stati e due continenti. Ma resto costituzionalmente, ontologicamente, cosmogonicamente bolognese. E per noi bolognesi ci sono due parole che esprimono altrettanti concetti fondanti. Di più: sono universi semantici, costellazioni di senso, Weltanschauung. Le parole sono “tiro” […]
È un po’ che ci penso. Mi sveglio di notte pensando a lui. Così solo. Educato. Non dice mai di no. Io lo sfinisco, gli chiedo di farmi vedere la mia ex-scuola elementare, la casa dove vivevo quando avevo 10 anni, l’ospedale dove sono nata… Sono una delle clienti più esigenti. Da quando so che […]
Hai voglia a fare l’Erasmus a Madrid (ai tempi), viaggiare in America latina, leggere García Marquez e Cortázar in lingua originale e iscriversi a un dottorato all’Università di Buenos Aires. Poi arrivi qui e ti scontri con ben altro. Con i non detti e i nascosti tra le righe. E ti senti immancabilmente “lost in […]
Lisboa ha l’odore dell’acqua. Di mare, fiume, fontane manueline, panni ad asciugare da un balcone di Alfama. Lisboa è ostile a forme neutre e scelte cromatiche asettiche. Nel suo nucleo intimo asseconda con piacere un certo degrado innocente, poco urbano. Lisboa è verdi gialli rossi e azzurri, declinati nei capricci di ringhiere pesanti, nelle psichedelie […]
Chiamatemi pure “tana”, perché “tanos” era il soprannome dato dagli argentini agli immigrati italiani a inizio ‘900. A Buenos Aires sono arrivata a inizio 2012, in aereo anziché in transatlantico, ma pur sempre in classe economica. E’ la città in cui ho scelto di vivere e lavorare – tanto per far capire il mio amore […]