Adriana, Pupa, Angela, Luisella, Mario l’hanno fatto. Io no. Io no, immobile tacendo nel vuoto, né cibo né lacrime. Io no, piangevo urlando – urlando promettevo. “Io, no” gridavo, urlando, spaccavo piatti, rovesciando tavoli. Scompostamente. Io non l’ho fatto. Non l’ho fatto a nessuno – nessuno ho lasciato nel vuoto, dove sono rimasta.
Il periodo fra Natale e Capodanno mi è sacro perché contiene l’anniversario del suicidio di mia madre. Devo esorcizzarne l’abisso, la notte più oscura della vita. Quindi, benché sia quasi atea, ogni anno decoro l’abete con angioletti innocenti e affettuosi e mi costruisco un consolatorio presepe, con lucine gialle nelle case, il laghetto di specchio […]
Lo considero un dovere