«Durante le recessioni si vendono più rossetti». L’indicatore economico di inizio Novecento potrebbe declinarsi ora in «nella crisi, donne e pure maschi, hanno scoperto la cura compulsiva di mani e unghie». Se vuoi accarezzare il tuo ego senza avere la possibilità di investire in una settimana sotto i palmizi, né di comprare la borsa del […]
Non ti ho mai votato troppe parole. Era dovere convincerti, galleggiando, di non amarmi. Per te erano già colpa affetto e desiderio. Io la sorella sventata assente nella tua famiglia di maschi, farfalla nomade, collega caparbia e spigliata. Tu soldato, io anarchica, io utopista incendiaria, tu mediano; tu teutonico maratoneta, io irrequieta e levantina. E […]
Falso è che a Milano manchi il mare: non è nelle morte vestigia dell’Idroscalo né nelle allegre rive della nuova darsena, ma nel suo ritmo, nel fluire senza posa di genti, capitali, produzioni, abitudini. Nella nascita di nuovi centri oltre al cuore della cerchia dei Navigli. Milano assorbe e risplasma, come il mare, non è […]
Trenitalia sopprime i treni locali, quelli dei paria senza voce. Ho preso una laurea e iniziato una specializzazione, viaggiando sui treni e odiandoli con furia: un test di Facebook secondo cui in una vita precedente ero Anna Karenina spiegherebbe tutto. Affrancarmene fu decisivo nella scelta di stabilirmi a Milano. Ora mi ritrovo in tutt’altro […]
Angelica, ti ho rivista, dopo otto anni ti ho rivista. Il tempo ha avuto reverenza del tuo splendore, che se hai coltivato è stato con mano saggia e leggera. Bella, persino più bella di quando ti ho incontrato, ed eri pallida, stretta da un’ansia senza radice, sigarette e unghie morse, cipollina in cima alla nuca, […]
T’insegnavo che gli gnocchi si scolano con la schiumarola, sennò esce un pappone, persino io lo so. Era l’apogeo dei nostri esperimenti, nella cucina di campagna grande come un bel monolocale. Maldestri, abbiamo sfasciato il frullatore, mi sono inondata di passato di fragole e hai dovuto scarrozzarmi controvoglia da Maria Rosa, la “pettinatrice” di […]
Vivevamo in un paesello della Bassa padana, per me i fiori erano quelli delle ripe di fosso e dei campi: violette, ranuncoli, pratoline, nontiscordardime, papaveri, fiordalisi sopra tutti. E il ricordo ormai scialbo delle mimose d’oro, della prima infanzia a Nervi. C’era pure un giardino, che oggi sarebbe di moda definire shabby, senza progetto né […]
Ti stupisci del mio silenzio, dello sguardo opaco, «è la congiuntivite», dico, e neppure è un pretesto; delle labbra increspate all’ingiù, di un pallore senza luce e senza fard, degli stivali inadatti alla gonna. È tua arte osservare, abbracciare dettagli, custodire racconti e memorie. Non sospetti il breve prodigio di aver evocato, forse dissepolto, una […]