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Racconti

Capodanno intimo, intimissimo

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Foto Stefania Trifoni ©

Foto Stefania Trifoni ©

Lucca, città delle cento chiese, non così piccola perché tutti si conoscano, ma abbastanza perché pochi esperti riescano a esercitare l’antica arte di farsi gli affari di ognuno. Il corso principale, col suo passeggio, ne è luogo deputato.

Lì Ilaria cammina allegra, il cappello contiene a stento la chioma esuberante. Capodanno è vicino, le vetrine luccicano invitanti. Si ferma davanti a un negozio di biancheria intima, addobbato come se non ci fosse momento migliore per una sfacciata seduzione erotica. Corsetterie di pizzo sciorinate senza risparmio, per stuzzicare l’occhio e la fantasia, coordinati racchiusi in cofanetti come gioielli. La vetrina le fa da specchio, Ilaria si rimira. Ha un fisico snello, e ne è consapevole. «Sì, me lo posso permettere, decisamente sì» pensa «Il mio lavoro ha pure i suoi lati positivi. Tutto l’anno al servizio degli altri, la vacanze solo per me».

Due dame consegnate all’incuria del tempo come a una penitenza la notano. Non vedono il suo riflesso, ma il manichino che le gira davanti. Un’abbondanza di curve mostra a trecentosessanta gradi un tanga da filo interdentale e una giarrettiera dalle inequivocabili funzioni applicative. Roba da boudoir, da vera femme fatale.

«Non dovrebbero nemmeno permettere di mostrare certe cose in una pubblica vetrina» sibila una delle comari.

Passano due ragazzi, molto giovani e distratti. Ilaria fa loro un cenno di saluto.

«Ciao, ci vediamo domani. Mi raccomando, non fate tardi, non è che tutti gli altri possono aspettare, altrimenti devo cambiarvi orario».

«No, non ti preoccupare, va bene così. Scusa ma a vederti vestita non ti avevamo riconosciuta, fa strano».

Le due dame lanciano sguardi da incenerire, se potessero muterebbero i tre in statue di sale. Ilaria sorride ed entra nel negozio.

«Buonasera, vorrei un bikini»

«Un bikini… da mare? Adesso?»

«Certo, sì, un costume da bagno due pezzi, un bel bikini»

«Sarà difficile. Sai, la stagione non è quella. Però abbiamo costumi olimpionici, molto pratici».

Ilaria scuote la testa.

«Io faccio l’istruttrice di nuoto. Il costume olimpionico l’ho addosso tutti i santi giorni. Per le vacanze voglio un bikini. Non importa se fuori moda, ma che sia bikini».

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Paolo Messina

Nasce nel 1960 a Porto d’Ischia in una sera d’aprile. Nel ‘66 la famiglia si trasferisce a Roma. Studia fino alla maturità scientifica, in uno dei più turbolenti licei della capitale negli anni compresi tra il golpe in Cile e il rapimento Moro. Qua conosce la sua compagna di banco e di avventura, Laura. Nel 1980 già lavorano entrambi, ma si accorgono che c’è solo un’estate a vent'anni, perciò comprano una moto, si licenziano e partono in un viaggio che finisce quando finiscono i soldi, tenuti nascosti in un rotolo di carta igienica. Nel 1981 grazie a un concorso fatto ai tempi del liceo Paolo ottiene un impiego presso una grande azienda di servizi a capitale statale. Comprano una piccola casa a Roma, zona Magliana, quella della banda, contando di poter tornare a Ischia appena possibile ma non è possibile. Nel 1991 mantiene la promessa di trasferirsi al mare e va in Maremma. Qui, quando non sopporta più di essere un triste impiegato in un triste ufficio di una triste azienda si licenzia. Ora è titolare di una piccola ma prestigiosa azienda nel settore enogastronomico di qualità tipica e biologica. Da quasi quarant’anni non è sposato con Laura. Paolo Messina ha scritto due raccolte di racconti, stampate in proprio da PC in poche decine di copie, e la raccolta “Interferenze Indiscrete”, tramite il sito “Il miolibro” de La Feltrinelli. ha pubblicato nel 2007 per Il Filo editore la raccolta di poesie “Baci di Arcobaleni Sbiechi”. Del 2011 pubblica su La Rivista Intelligente, di cui dal 2012 è collaboratore stabile.”

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