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Società

Cibo mania? No grazie

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Illustrazione Stefano Navarrini ©

Stavo scorrendo le notizie di Facebook, quando una parola, insieme a un’immagine, ha catturato la mia attenzione: ortoressia. Delle mani stringono le sbarre di quella che sembra essere una prigione di cibo. Sbarre ricoperte di verdura. Prima di oggi non avevo mai associato due concetti così diversi: cibo e prigione. Eppure hanno molto in comune: quante persone al mondo soffrono di disturbi alimentari? Solo in Italia 3 milioni, di cui il 95% giovani donne. Credo che più della metà non se ne renda conto e quando lo fa è perché glielo ha fatto notare qualcun altro. Prendo me, che sono vegana dal 2014, non conoscevo nemmeno l’esistenza di questa parola. Clicco sulla notizia e leggo che si tratta di un’ossessione a mangiare categoricamente cibi sani.

Scorro veloce perché ho intravisto che a fine pagina c’è il test del dietologo Bratman, che diagnostica se ce l’hai o no. I miei occhi vanno a destra e a sinistra, su e giù e poi leggo le domande: pensate per più di tre ore al giorno al cibo? Pensate a cosa mangiare il giorno dopo e lo preparate meticolosamente? Provate soddisfazione non tanto per il gusto, quanto per quello che sapete il cibo comporta a livello salutare e fisico? La vostra vita è di alta qualità solo se lo è il cibo che decidete di ingerire? L’ansia nella vostra vita è aumentata da quando avete riflettuto sulla vostra alimentazione? Siete diventati più severi con voi stessi nei confronti del vostro comportamento quotidiano e alimentare? La vostra autostima è aumentata se mangiate sano? La prevenzione è il vostro timoniere ogni volta che dovete scegliere cosa mangiare? Provate senso di colpa se non mangiate in modo corretto? Pensate che mangiare bene voglia dire aver un buon autocontrollo?
Risposta affermativa a 3 domande: normale; 4-8 domande: ortoressia; 9-10 domande: grave ortoressia.

Mi rifaccio le domande perché a una prima lettura ho risposto sì a quasi tutte. Mi costringo a rientrare nelle 3 risposte affermative e di rassicurarmi con la normalità. Io che soffro di endometriosi mi sono sentita dire dalla dietologa «niente zuccheri, niente carne, niente pesce, niente latticini, niente alcool, niente caffè, niente dolci, NIENTE».
Ti prego, i dolci sì. Come si fa?
Si fa che ogni tanto me li concedo. Al Dottor Bratman rispondo che non sono ortoressica, ma normale, e che ripongo orgogliosamente quasi tutte le mie speranze in irresistibili pasticcini alla crema.

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