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Teatro

Cosa ti cucino, amore?

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Era una notte buia e tempestosa. Ci aggiravamo – senza navigatore – cercando l’oratorio-cinema-teatro Don Bosco, in una gelida e gelatinosa Roma, città a me ignota e poco amica. Il vento sferzava i volti ad ogni sosta informativa. I quartieri senza memoria sfoggiavano ermetici sensi unici. Tuscolano, Cinecittà. Un universo feroce. Grandinò, a un certo punto.

Insistemmo. Arrivammo.

Buio in sala. L’illusione teatrale si accese su di me. Ah, subito sorrisi e risate. Ironia e comicità. Perfezione di tempi e di gesti. Capelli che volano, accenni di danza, battute lancinanti.

Mentre sotto il sedile mi asciugavo i piedi con la sciarpa, con la testa emergente già ero entrata in un mondo non mio, ma che mi apparteneva del tutto. Tre terribili donne vorticavano. Entrate e uscite. La storia non ve la racconto manco morta, sarebbe farvi un dispetto. E’ una sorpresa dopo l’altra. Niente di scontato. Ah, sì, ogni tanto parlano di un uomo. Cucinano? Festeggiano? Ognuna si sogna un’altra vita.

Mi dimentico di essere in teatro, entro nella storia, tifo per le tre folli eroine. Così si fa – e far perdere il distacco a me non è facile. Applaudo all’incanto come una bambina.

Oplà sorpresa e doppia sorpresa. E ancora un’altra. E’ tutto un gioco eppure è amaro come le nostre realtà. E’ leggero e insieme è abissale. Tutto ciò che amo del teatro è presente.

Esco felice, mi affollo insieme a umani entusiasti come me per infilarmi a coprire di ringraziamenti e complimenti le attrici e l’autrice.

Io, che ho visto l’anteprima, posso dirvelo, lettori: è uno spettacolo da non perdere.

P. S. Mentre tornavo a casa, ancora rosea e lucente dentro me per la gioia provata, mi ripromisi di compiere qualunque acrobazia pur di travolgere Linda Brunetta nel folle progetto che allora avevo in testa: www.larivistaintelligente.it – un sito per gente un po’ così.

COSA TI CUCINO, AMORE?

Una commedia di Linda Brunetta
Con Caterina Casini, Silvia Luzzi e Carlina Torta
Regia Linda Brunetta

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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