Caricamento

Digita la ricerca

Sport

Il papero scrive al suo amore

6.266 visite

Barbara, meu amor,
continuo guardando l’orologio bellissimo che mi hai regalato. Avevo appena detto che resto al Milan, a Milano, vicino a te, con te. Que felicidade! Lo guardo, lo fisso, ma adesso non sono felice. Hai letto i giornali, hai letto il Corriere? Pare che il derby l’ho perso io: “Il papero non segna più e non si intende con Zlatan. Pato-Ibra da supercoppia a palla al piede del Milan”. Poi a pior maldade: “Boateng mediano è stato un fallimento”. Tutti sanno che è stato messo lì perché ho giocato io.

Tanti lo pensano; nello spogliatoio tambem. Os colegas pensam que comigo la squadra è messa male ; dalle parole cortesi del Mister entendo che mi fa jogar per obbligo.
E demais! Ho ventidue anni, sono un bravo calciatore; oltre ai soldi posso avere soddisfazioni e gloria. Ma posso anche finir male. Il nostro amore per me conta – se possivel – mais da bola; ma cosa diventa se io mi sento guardato come o namorado della figlia do Capataz? Mi dici che non è vero, che non lo pensa nessuno, che tutti sanno quanto sono bravo; ma io non riesco a cancellare as sombra, me la sento sempre addosso.
A Parigi c’è Carletto que me criou e mi vuole bene come un padre; il PSG ha progetti ambiziosi. Io sarei o diamante. Parigi, entendeu? Non Kiev, non Manchester: Parigi! Né a me né a te mancano i mezzi; possiamo avere bellissime case, vivere muito bem. E Parigi è a un’ora di aereo da Milano.
Pensaci, parlane. A Parigi! per noi, para nosso amor; e para o Milan tambem. Dillo, fallo capire a papà. Non fatemi diventare un brutto anatroccolo; liberatemiiiiiiiii.
Ti bacio com tanta paixao
teu Papero.

 

Tags:
CLAUDIO PETRUCCIOLI

Nella vita ho fatto molte cose, ho avuto esperienze diverse, ho conosciuto tantissime persone; alla mia età (sono nato nel 1941) possono dirlo più o meno tutti. Mi piacciono molto le esplorazioni di luoghi poco frequentati perché i più preferiscono evitarli Ci sono stati momenti in cui sono stato “famoso”. Ad esempio nel 1971 quando a L’Aquila ci furono moti per il capoluogo durante i quali furono devastate le sedi dei partiti, compresa quella del Pci, di cui io ero segretario regionale. Ma, soprattutto, nel 1982 per il cosiddetto “caso Cirillo”, quando l’Unità pubblicò notizie sulle trattative fra Dc, camorra e servizi segreti per la liberazione dell’esponente campano dello scudo crociato sequestrato dalle BR. Io ero il direttore de l’Unità e mi dimisi perché usammo un documento “falso”; che, però, diceva cose che si sono dimostrate, poi, in gran parte vere. Sono stato in Parlamento e nella Segreteria del Pci al momento in cui cadde il Muro di Berlino, e anche Presidente della Rai. Con queste funzioni sono stato “noto” ma non “famoso”. La fama te la danno i media. Io, durante il caso Cirillo, ho avuto l’onore di una apertura su tutta la prima pagina de La Repubblica: “Petruccioli si è dimesso”. Quanti altri possono esibire un trattamento del genere? PS = Una parte di queste avventure le ho raccontate in “Rendiconto” (Il Saggiatore) e “L’Aquila 1971” (Rubbettino)

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *