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Manuale di sopravvivenza Racconti

DIMMELO SENZA PAURA

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Immagine di Aglaja

“Ora che hai dieci anni voglio dirti un cosa: potrebbe esserti capitato oppure potrebbe capitarti che un uomo grande ti si fa amico e poi voglia accarezzarti, o cose così, e che tu magari provi curiosità e non dici subito di no. Così gli lasci fare qualcosa che poi non sarà possibile raccontare a nessuno e che diventerà un segreto tra te e lui. Sai, quando succede questo e il bambino o la bambina vuole smettere, l’uomo grande per fargli cambiare idea, raramente usa violenza, come i grandi preferiscono credere, ma invece usa dolcezza, attenzioni, regalini, a volte qualche spicciolo, così il bambino o la bambina che sa a memoria che certe cose non si fanno, epperò le ha fatte, non parlerà mai.
Io invece voglio dirti che per un bambino o una bambina che si accorga che una parte del proprio corpo reagisce a sensazioni nuove, essere curioso è normale, non una colpa.
Per esempio, qualche giorno fa ho notato che quel signore giù al parco, gentile con tutti, che parla con le mamme, ha preso sulle sue spalle una bambina: la faceva sobbalzare come se lei avesse avuto quattro anni e invece ne aveva dieci.
Tutti ridevano ma una bambina di quell’età, con le gambine a cavalcioni sul collo di un uomo che la sballotta, potrebbe iniziare a provare delle sensazioni e una parte del suo corpo potrebbe reagire. Questo un uomo adulto non può non saperlo! È lui che deve evitare quel gioco, non lei!
Quindi, se ti è capitato o se ti capitasse qualcosa che magari all’inizio ti ha incuriosito ma sai che non va bene e ti ritrovi a non sapere più come fare, supera la paura, supera la vergogna: vieni da me e dimmelo. Tranquillamente, come siamo tranquilli adesso che ne stiamo parlando. Dimmelo anche se ti dicesse che è il vostro segreto, anche se ti pregasse, anche se ti minacciasse, anche se arrivasse a dire che il diavolo in persona farà del male a chiunque te lo dice: non preoccuparti, col diavolo ci parlo io! Tu dimmelo senza paura, senza vergogna. E dimmi lui chi è!”
Queste le parole di mio padre, in giardino io e lui da soli, una sera d’estate di quarant’anni fa. Gli chiesi – A te da piccolo è successo?- E lui, quasi cascando dalla sedia – Ma no, che dici?! –
Pochi anni fa gli ho rifatto la domanda e questa volta ha risposto – Si!
E mi ha parlato di fatti successi in un collegio, nel 1935.
Sono diventata adulta senza dover subire quel genere di molestie ma so che quelle parole pronunciate nel silenzio di una sera d’estate da un uomo cresciuto negli anni 20, rivolte alla propria figlia femmina di 10 anni, quelle sue parole inaudite, mi hanno protetto.
Dettaglio a margine: di sé ci ha messo 80 anni a dirlo.
Grazie per sempre, pà.

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