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Società

Dracula e Grimilde

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Non credo che Monti sia Dracula, incaricato dalla Spectre mondiale del Grande Golpe Finanziario di spolpare l’Italia, fino a renderla schiava dei poteri segreti Neoliberisti e Neomercantili. Ma non è neanche il Mago Merlino: non può tirarci fuori dalla crisi con un gesto, oplà. E nemmeno è l’Angelo mandato da San Karl Marx a portarci d’un volo nel paradiso dove abitano la classe operaia e anche il ceto medio basso onesto.
E Elsa Fornero, pur non essendo la Fata Turchina – e questo è evidente fin dal primo sguardo – non è la Strega Grimilde che avvelenerà senza mele tutti noi innocenti Bianchinevi, per poi infilarci in una cassa di vetro, immobili e rigidi, a eterno sollazzo dei misteriosi Gnomi di Wall Street, che fanno e disfano i nostri destini, e forse non sono nemmeno oriundi terrestri.
Le persone che ora ci guidano dopo i millant’anni di malgoverno di fintodestra e fintosinistra, non – ripeto NON – sono i responsabili della crisi economica che ci attanaglia. Non, ripeto NON, vogliono mangiarci vivi.
Anzi, sono convinti di essere lì per salvare l’Italia. Amano il loro paese, hanno rinunciato a lauti stipendi in luoghi dove venivano omaggiati su soffici tappeti, per venire a farsi sbertucciare e prendere a uova marce da un popolo nervoso, inguaiatissimo, viziato e poco paziente. Nel pieno di una crisi continentale e mondiale.
Essi ci vogliono tanto bene. Ci mettono a stecchetto per non farci finire come quegli svampitelli di Greci. Non sono cattivi come Berlusconi che pensava solo ai propri interessi materiali, e non ha fatto neanche mezza riforma, neppure di destra. E nemmeno come Bossi che odiava l’Italia con tutto il cuore, intanto che partecipava a spennarla. Monti e Fornero guardano con infinita tenerezza, dall’alto della loro ineffabile superiorità, noi, gli irriconoscenti monellacci.
Solo che hanno la formula magica sbagliata. Si sarà sbiadita la pergamena dove l’avevano scritta? Hanno scambiato un ingrediente per un altro? Oppure è proprio la ricetta a non funzionare, e ora ce ne vorrebbe una nuova di pacca? Ma loro non la conoscono. Non l’ha ancora scritta nessuno.

 

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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