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Teatro

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Paolo Poli

Un coccodrillo? No, grazie. A meno che non sia Camillo, il coccodrillo gonfiabile che si vedeva sul retro delle confezioni di formaggini e che si sperava prima o poi di poter vincere quando si era bambini. Poi si sa che quando si cresce si preferiscono altri giocattoli gonfiabili.

Un coccodrillo? Ma non l’è quell’animale che piange i suoi figlioli dopo averne fatto un solo boccone, quello che piange solo quando è sazio?

Un coccodrillo? Di quelli che si usano per le borse griffatissime da «signora mia, l’è una cosetta da nulla, la uso per fare la spesa!»

Un coccodrillo? No, impossibile davvero immaginare un coccodrillo per Paolo Poli.

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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