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Scienza

La vite eterna

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Anche quest’anno torneranno a cantare i fringuelli e ci sarà di nuovo aria di primavere. Allora io piangerò come la prima volta, quando furono i morsi di un asino a troncarmi, non ancora le forbici. Lascerò che mani attente mi affidino a buoni sostegni dandomi un verso e una guida per rinascere. Per un’altra estate elargirò le mie dolcezze, e sarò gravida e pesante. E infine le perderò nell’autunno incipiente, che mi cambierà di colore, segnando ancora, come dalla notte dei tempi, l’avvicendarsi delle stagioni che consumano la vita, senza ricambio. Si arrovellano, gli uomini, ora che hanno scoperto il mio segreto, e anno dopo anno ripetono gli stessi gesti, le loro stesse danze attorno a me. I vecchi le raccontano ai giovani, i giovani ci diventano vecchi nell’affinarne l’arte e l’incantesimo. Le loro vite si affollano in tutti i ricordi che le leggende mi cantano attorno, una vita sola delle loro non basterebbe a saperle tutte. Io, puntuale a ogni inverno, annunciato per gelare il mondo, rinnoverò invece il miracolo, restituendo agli uomini il nobile sangue di Cristo.
Perché io sono la vite, non si poteva cercarla altrove l’eternità.

Nota: molto tempo fa, a Ischia si attendeva il canto dei primi fringuelli per potare le viti.
Per questo, e per l’assonanza del verso, il fringuello era chiamato “Putì Putà”, potete potare. Antiche leggende narrano che l’uomo imparò a potare la vite vedendo un asino brucare i rami di una pianta selvatica, e quella rispose con un carico di grappoli mai visto.

Paolo Messina

Nasce nel 1960 a Porto d’Ischia in una sera d’aprile. Nel ‘66 la famiglia si trasferisce a Roma. Studia fino alla maturità scientifica, in uno dei più turbolenti licei della capitale negli anni compresi tra il golpe in Cile e il rapimento Moro. Qua conosce la sua compagna di banco e di avventura, Laura. Nel 1980 già lavorano entrambi, ma si accorgono che c’è solo un’estate a vent'anni, perciò comprano una moto, si licenziano e partono in un viaggio che finisce quando finiscono i soldi, tenuti nascosti in un rotolo di carta igienica. Nel 1981 grazie a un concorso fatto ai tempi del liceo Paolo ottiene un impiego presso una grande azienda di servizi a capitale statale. Comprano una piccola casa a Roma, zona Magliana, quella della banda, contando di poter tornare a Ischia appena possibile ma non è possibile. Nel 1991 mantiene la promessa di trasferirsi al mare e va in Maremma. Qui, quando non sopporta più di essere un triste impiegato in un triste ufficio di una triste azienda si licenzia. Ora è titolare di una piccola ma prestigiosa azienda nel settore enogastronomico di qualità tipica e biologica. Da quasi quarant’anni non è sposato con Laura. Paolo Messina ha scritto due raccolte di racconti, stampate in proprio da PC in poche decine di copie, e la raccolta “Interferenze Indiscrete”, tramite il sito “Il miolibro” de La Feltrinelli. ha pubblicato nel 2007 per Il Filo editore la raccolta di poesie “Baci di Arcobaleni Sbiechi”. Del 2011 pubblica su La Rivista Intelligente, di cui dal 2012 è collaboratore stabile.”

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