Aggrovigliate tra i miei capelli sono rimaste le tue parole: con poche sillabe l’accidia svelli, con assonanze fai uscire il sole. Tra i miei capelli aggrovigliati sono rimasti pure i pensieri: dalle parole resuscitati, ancor confondono oggi con ieri. Sciogliendo i nodi delle mie chiome, a conti fatti, resta il tuo nome.
I soprannomi che creo attecchiscono, è un’arte che ho preso da te e, dicevate, dal nonno Andrea. Ripenso alle tue associazioni fulminanti, quando di quella mia amica bruttarella sentenziasti «sembra Woody Allen». E mi tempestano addosso tutti quelli che mi hai ritagliato, in lingua e in dialetto, estemporanei e semifissi: quelli affettuosi, quelli ironici, quelli […]
La porta a vetri dello studio del nonno si apriva sul suo giardino che, per me bambina, aveva il fascino di una jungla. Un glicine imponente annunciava la casa fin dalla strada, poi erano gli iris a continuare il viola. A volte pioveva, a lungo. Il miracolo del gocciolìo profumato io non l’ho più dimenticato. […]
Fino a quando il circo della vita è complice e tutto intorno sembra immerso in una meravigliosa enorme bolla di perfezione, la vita è una favola. Lo sapeva bene Lupita, che, fin da piccola, scorrazzava per i lunghi corridoi di casa agitando per aria il cucchiaio di legno della polenta. Di tanto in tanto, inciampando […]
Quando arrivai la prima volta, in treno, era Natale. Tutta Parigi – i grandi boulevards, il metro, perfino l’austera Place Vendome – aveva un profumo penetrante, dolciastro. Naturale, dato che i boulevards erano invasi di bancarelle che vendevano croccantini, zucchero filato, e c’era una fiumana di persone – mai viste tante persone – che andavano […]
Sono seduta in giardino, e mentre mi bevo un fantastico cocktail di magnesio e potassio, vedo seduta sul gradino, a pochi metri da me, una bimbetta magra, scura di sole fresco e profumata di salsedine che le disegna addosso striature come di conchiglia. Gioca con i sassi del vialetto, cercando di farli finire uno ad […]
Saldato il modesto prezzo di ammetterlo, comprese infine di essere a casa. Che gli svincoli, i tornanti, gli incontri dissolti, le catastrofi, il tredici dei tarocchi, le dimore di mattoni perdute, le morti, i tradimenti, le coincidenze, le eclissi, gli uomini e la sorte, sollevandola tanto lontano dalla sua strada, l’avevano condotta lì, alla casa. […]