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Critica poetica

Fraulein Lili, che accarezzava Goethe coi piedini

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Johann Wolfgang von Goethe

 

 

Anna Elisabeth Schönemann ( 1758- 1817 ) è la ‘Lili’ amata dal giovane Goethe ‘post-Werther’, che le dedicò alcune poesie tra il 1774 e il 1775. Era la figlia di un ricco banchiere di Francoforte e sua madre era di famiglia ugonotta proprietaria di una fabbrica di tabacco ad Offenbach sul Meno, a due passi da Francoforte. Nel 17° libro della sua ” Poesia e verità ” Goethe descrive Offenbach am Main come un idillio rurale, dove il poeta incontrò la Lili appena sedicenne durante un concerto privato in casa Schönemann. I due legarono subito per una strana vicenda amorosa di cui è testimone la poesia “Lilis Park”:

 

Non c’è maneggio variopinto come la mia Lili !

E’ il più meraviglioso degli animali,

così puro che non conosce se stessa

come il povero principe in amore

non ha mai cancellato l’ agonia!

 

Poco dopo, Goethe, dà prova di singolare sensibilità masochistica verseggiando così:

 

Lei lo accarezza con i piedi,

Lui pensa di essere in paradiso.

e tutti i sette sensi formicolano!

…Vi bacio ‘le scarpe sulle suole,

lentamente mi alzo

e me furtivamente lei

in ginocchio sospinge….

e accarezza le mie orecchie. (…)

 

Dopo un anno e mezzo di amore consentaneo, la famiglia manifestò la sua opposizione al matrimonio per la differenza sociale che separava il poeta dalla altolocata Lili. Goethe ne soffrì e si allontanò all’improvviso dalla casa degli Schönemann, e Lili, assecondando il volere dei familiari, sposò tre anni dopo un facoltoso banchiere, il Barone von Turckheim, che divenne sindaco di Strasburg in Alsazia.

Durante la Rivoluzione francese nel 1793 la famiglia Turckheim dovette fuggire braccata dai giacobini. Travestita da contadina Lili con i suoi figli raggiunse il confine con la Germania. Visse per qualche tempo a Erlangen , mostrandosi persona dal carattere molto forte e fu un pilastro della sua famiglia. In seguito, calmate le acque con il ‘dopo rivoluzione’, la Lili tornò a vivere a Strasburgo.

All’inizio del 19° secolo ebbe ancora una breve corrispondenza con Goethe (che era nel frattempo a Weimar) quando lei gli domandò la sua protezione per un giovane amico. Ma il poeta non ne fece nulla. Oggi riposa con il marito nella cappella privata della casa Turckheim a Krautergersheim nella Alsazia francese.

Anna Elisabeth Schönemann

Anna Elisabeth Schönemann

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DUCCIO TROMBADORI

Duccio Trombadori. Nato a Roma nel 1945, figlio e nipote d’arte, dal padre Antonello e dal nonno Francesco ha ereditato la passione per la politica e la pittura. Laureato in Filosofia, è stato giornalista, critico d’arte, saggista, docente di estetica alla università di Architettura di Roma. Ha iniziato a scrivere d’ arte su ‘L’Unità’ alla fine degli anni Settanta, ha continuato in seguito su ‘Rinascita’, ‘Panorama’, ‘Il Foglio’, ‘Il Giornale’, e sul Tg3. Esperto d’ arte italiana del ‘900, ha diretto una rivista d’arte (‘Quadri&Sculture’, 1993-1998) ed ha curato monografie di Mario Mafai, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Mario Schifano, Mario Ceroli. Tra il 1993 e il 2013 ha collaborato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, di cui è stato consigliere di amministrazione. E’ stato più volte consigliere di amministrazione della Quadriennale di Roma. E’ autore di un libro- intervista con Michel Foucault (1982) e di una biografia ragionata di Gino De Dominicis (2012) . Un suo libro di versi (’Illustre Amore’, 2007) è giunto finalista al Premio Viareggio. E’ pittore di piccoli paesaggi di gusto ‘novecentesco’ che ha esposto a Parigi e Roma tra il 1990 e il 2014.

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