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Giachetti e Ascani

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Roberto Giachetti e Anna Ascani - Immagine dell'Autrice

Siamo andate alla riunione del comitato per Giachetti,a Roma, nella viuzza dei Delfini. C’era una atmosfera che non sentivo da tempo. Entusiasmo, applausi sinceri, vitalità, speranza. Giachetti non è un duce, è pacato, ma deciso. Preciso. Sincero, chiaro. Non le manda a dire a nessuno, non usa giri di parole. Mi piace.
Ascani è forte, spiritosa, brillante, trascinante. Pure bella. Insieme, formano un vero duo affiatato, lei non è la donna “appiccicata” per mascherarsi da femministo andante, come altrove usa. I concetti sono semplici, ma profondi. Solo loro, fra i candidati del PD, non alimentano ambiguità.
Primo: macché chiedere scusa per i governi Renzi e Gentiloni: siamo passati dai numeri col meno a quelli col più. Con fatica, magari era poco, ma il positivo c’era, ovunque. Quindi ne siamo orgogliosi. Ora col governo giallo bruno tutto torna al negativo.
Secondo, ma non meno importante: mai con i 5 Stelle. Sono di destra anche più del truce. E distruggeranno l’Italia.
Terzo, senza gli “scappati da casa”: D’Alema Bersani & C.

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Applaudendo giravo il viso intorno, tutte facce sorridenti, tutte con col mio stesso sguardo “qui si ricomincia a vivere”. In prima fila anziane, come la mia, perché noi vecchietti siamo arrivati in anticipo, per poterci sedere. Ma dietro, in piedi beati loro che possono, era pieno di ragazze e ragazzi che allungavano la testa (buone orecchie, le loro) e aguzzavano, entusiasti, i loro ottimi occhi per seguire i discorsi.
Sono uscita che camminavo a mezzo metro sopra il selciato.

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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