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Grecia, ce la giochiamo a risiko

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Dato che risulta apparentemente impossibile non scrivere fesserie sulla situazione greca, mi cimenterò anch’io, tanto per placare l’ansia per la dracmatica situazione.

Sono in buona compagnia: giornalisti, economisti, politici, capi di stato, banchieri di tutto il mondo hanno detto tutto e il contrario di tutto. Le uniche persone che potrebbero dire veramente qualcosa di sensato sono i greci, quelli che fanno la fila davanti ai bancomat o le farmacie e che se la prendono giustamente o con Tsipras o con la Troika, tanto il risultato non cambia e non cambierà, se non in peggio.

Qualsiasi sia la soluzione, sì o no al referendum, comunque per loro andrà molto male. Di conseguenza andrà male anche per noi. Per qualcuno invece andrà comunque bene, molto bene. Speculatori e capitalisti di tutto il mondo unitevi: la Grecia si può comprare a prezzi stracciati. Comunque vada: o vince l’Europa come fantasiosa idea politica o vince l’Europa come rigida idea economica. Si pensava che le due europe fossero coniugabili. Non è così. Non sarà più così dopo il default greco.

Possiamo, tanto per placare l’ansia, addebitare tutte le colpe dei governi greci degli ultimi vent’anni a quei pazzi di Tsipras e Varoufakis, che tanto andranno a casa anche loro, in moto o a piedi. Significa però che qualunque pazzo venga eletto democraticamente nel suo paese e voglia rispettare il preciso pazzo programma per il quale è stato eletto, può tranquillamente trascinare il suo paese fuori dall’Europa, accompagnato dalla così detta Troika alla porta con relativa consegna di bastone e cappello.

Ciao, Europa! Tanto abbiamo già detto ciao a mezza Africa, Siria, Irak, Libia. Siamo pronti a salutare Yemen e Ucraina. Alla Tunisia e all’Iran ci penserà l’Is (a proposito, riscontro una totale indifferenza delle anime belle di Facebook sulla spaventosa avanzata dello spaventoso esercito sedicente islamico). A chi tocca, tocca: è la fine delle sovranità nazionali. La carta geografica mondiale sta cambiando, ragazzi. Prepariamoci a giocare a Risiko con le armate della Banca tale contro la Megacorporation talaltra. Basta con la vecchia Jacuzia e la stupida Kamchatka, che non si sapeva nemmeno dov’erano: gli sportelli delle banche ce li abbiamo sotto casa. Auguriamoci di trovarli aperti al prossimo default.

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