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Ho deciso Fondo un partito

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Tra il fumo acre che si diffonde, dall’ultimo bus in fiamme di via del Tritone, in tutto il centro, mescolandosi al fetore di cassonetti sgangherati che sembrano chiedere pietà mentre generano, ormai autonomamente, immondizia senza sosta, tra le violenze bestiali, giornaliere, delle zone assegnate in gestione a settori della mala che tutti conoscono, le voragini quotidiane, gli alberi che collassano al suolo e la vegetazione che cresce incontrollata dovunque tranne che dove dovrebbe, Roma è un bel posto per farsi venire idee.
E infatti me n’è venuta una, brillante: fondo un partito.
Ma come chiamarlo? Si sa, il nome è tutto. Idee, progetti, proposte, roba superata. Ci vuole una sola cosa, potente ed aggregativa, una cosa che unisca semplicemente, senza condizioni, un grande numero di persone. Destra, sinistra, tutti mi incoroneranno monarca assoluto.
Ho trovato. Un genio. Mi faccio i complimenti da solo: sei il migliore, amico. Lo chiamo “OdioRenzi”. Con questo spacco, sgomino, apro il parlamento come un enorme scatolone di tonno insuperabile.
Già, ma poi? Poi mi tocca davvero lavorare di brutto. Pensare, proporre, elaborare tutta quella roba superata che dicevo prima. No, impossibile, lasciamo perdere.
Un momento, un’altra idea, ancora più brillante!
Una volta insediato sul trono, dimostro la magnanimità dei grandi, dei grandissimi, degli statisti: chiamo Renzi a governare. Ed entro a vele spiegate nell’Olimpo dei padri della Patria.
Per sempre.

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