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Racconti

I santi 4

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“Sinforiano non Sinfoniano. È uno dei 4 santi coronati. Scalpellini  martirizzati nel 304 perché si rifiutarono di realizzare un simulacro di Esculapio.”
“Vabbè Sinforiano. Ma perché mi hai portato qui?”
Mentre entravano nella fortezza dovettero scansarsi repentinamente perché un enorme suv, che ne usciva a tutta velocità, per poco non li investiva.
“Ti ho portato qui perché è un luogo magico, uno dei pochissimi posti in cui sembra di fare un …” Le ultime parole furono coperte dal rumore assordante di una bmw 850 che faceva il suo ingresso nel cortile della basilica. Ne smontò un giovane prete alto e biondo, che si preoccupò del loro eventuale spavento. Al loro cortese, e per nulla sincero, cenno di diniego, il prete guardando la sua moto rispose: “Sapete è l’unico vizio che ho!”
“Vedrai – proseguì lui cingendole la vita e guidandola in direzione di una porta laterale dopo averle fatto aggirare un furgone parcheggiato malamente – sarà un vero e proprio viaggio nel tempo.” Già vicino all’oratorio di San Silvestro udirono riecheggiare una voce acuta e penetrante che, appena entrati, li investì con forza inaudita. Era una guida nippo-trasteverina che descriveva gli affreschi ducenteschi  a una cinquantina di giapponesi che, data l’età, dovevano essere dei sopravvissuti di Nagasaki. Il tutto in madre lingua e con il volume che sono solite usare le fruttarole di piazza San Cosimato. E come se non bastasse usava pure il microfono.
Schifato le propose di uscire perché non c’era posto a sufficienza per loro e per quel piccolo esercito di samurai e lui non avrebbe voluto trovarsi lì nel momento in cui, a causa della voce amplificata della giapponese de’ noantri, gli affreschi si sarebbero sgretolati.
“Allora perché mi hai portato qui?” Gli disse mettendosi una mano sulla bocca e, contemporaneamente, alzando per quanto potè la voce perché il furgone appena messo in moto sollevava una nuvola di gas di scarico talmente estesa… a riprova che il suo ultimo bollino blu era stato fatto quando ancora non esisteva il bollino blu.
“Mica – continuò lei – saremmo venuti in questo posto fuori dal tempo perché devi dirmi qualcosa che ci riguarda, qualcosa del tipo..”
“Ti amo” le disse, tirandola con forza a sé, per evitare che fosse schiacciata da un’autoblu che irrompeva nel cortile. Ne discese un bassino alto prelato che con un gesto ieratico impartì loro una benedizione mentre diceva:
“Ah, l’amour! Siete sposati?”
“Sì” disse lui, “No” disse lei.
“Bravi bravi, che Dio vi benedica” fece il basso alto prelato mentre accendendosi una sigaretta entrava in basilica.

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