Caricamento

Digita la ricerca

Costumi

I SEPOLCRI

3.920 visite

E’ giovedì santo, è sera e sono tornato da poco dalla visita in una Chiesa di un piccolo paese della Brianza. Noi cristiani abbiamo l’abitudine di salutare il Cristo Morto. Qui il prete ha preso il Crocefisso e l’ha adagiato su alcuni cuscini di velluto rosso. Eloquente simbologia.
Ero solo in una Chiesa semi buia. Mi son messo di lato all’altezza di quel corpo insanguinato e con gli occhi serrati dalla morte. L’ho vegliato qualche momento e gli ho parlato come é successo con altre persone care.
Mentre lo facevo, ho pensato che nella mia Puglia era diverso il Sepolcro: i fiori, la luce e tante famiglie al completo e ben vestite. Un’occasione per pregare e scambiarsi gli auguri. C’erano le pie donne del vicinato, curatrici, per prendersi i complimenti per l’opera. Se ne facevano almeno cinque di visite e comunque dispari. All’uscita la mamma distribuiva un confetto (i cannellini che duravano di più), messo da parte dal carnevale, a tutti e via.
Stasera ho cercato di rivivere certi momenti ma ero in angoscia, al Sud forse certe tradizioni sono naif, ma com’è per tutti i funerali, c’è un seguito quasi festoso se hai fede nella resurrezione. Questa ci aiuta a interrompere con fiducia la vita terrena.
Mi mancano i Sepolcri del mio Sud e i cannellini.

Tags:
ANTONIO QUAGLIARELLA

Pugliese del ’44, una decina d’anni in ogni provincia e, partendo da Lecce, ha emigrato nel 2003 in Lombardia. Proprio l’anno del grande caldo, con questa regione in testa per il maggior numero di anziani sopravvissuti. Sempre nel campo finanziario, ha smesso (fortunatamente) di dare consigli il 30 aprile del 2013. Servizio militare assolto con gioia e onore nei Parà, la Toscana gli entra nel cuore in quel periodo, era 1968. Non resiste per tanto tempo a niente e a nessuno, quando ha potuto farlo si muove di conseguenza, riconoscendosi il merito di saper vivere con piacere in contesti molto complessi e diversi e questo sin da bambino. Ogni volta prova la stessa sensazione di avere di fronte una vita nuova di zecca da scoprire e questo gli moltiplica le forze. Viene cooptato nel Rotary International e si merita la Paul Harris Fellow, appena prima che istituissero il numero chiuso per i terroni. Questo continuo frazionamento di vita lo porta alla convinzione che l’ultima persona vicina non potrebbe mai avere sottomano una storia completa (quasi) della sua vita. Così comincia a scrivere. Ne fa le spese, di questo fiume di inchiostro, La Rivista Intelligente e la sua “mamma” Giovanna. Essere sé stessi sempre, qualche volta anche juventino, ha un prezzo da pagare. Solo una donna sempre al suo fianco, dai tempi della migrazione e l’accoglienza, continua a fargli sconti e a dargli credito e lui l’ha legata a doppio filo alla sua vita, ormai finalmente stanziale.

  • 1
Precedente
Successivo

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Correlate