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Manuale di sopravvivenza

Il bacio mai dato

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Immagine di Giovanna Nuvoletti

Io ho molto affetto per gli amori impossibili e mal corrisposti, una comprensione affettuosa per i sentimenti malconci, interrotti, mal ricambiati.   C’è in loro follia, dispiacere, forse davvero la profondità dell’amore e alle volte il disperato eroismo che fa grandi le imprese: ma son proprio queste le cose che difficilmente riconosciamo alla gente. E se lo facciamo, sempre un po’ ci rincresce.   Cosa spinge a un amore impossibile che non si può realizzare? Lo slancio infantile di superare le brutture del mondo, la presunzione di forzare la realtà delle cose e dare perfezione di forma al desiderio che invece rimane da sempre incompiuto ?   Molte tra quelle che giudichiamo risibili cose, follie trascurabili di adulti immaturi e incapaci di serietà giudiziose, hanno a volte anche dentro la forza azzardata, eversiva, di una rivoluzione in cui più non crediamo.   La solitudine così sconsolata, puerile, irritante, addirittura inquietante di chi si ostina ad amare contro ogni ragione, in certi casi assomiglia a un sussulto interiore, un’intraprendenza che non ammettiamo. Come tale non del tutto ubbidisce alla sola ragione, vorrebbe anche abbracciare e toccare qualcosa. Conserva il ricordo di quello che è senza misura, che rimane rischioso e non si riesce a imparare perché mai nessuno lo insegna: la vita, la morte, l’amore.   Nostro malgrado, contrariamente a ogni sforzo e opposizione comune, al rifiuto del nostro pensiero conforme, alle volte succede che una scandalosa speranza (ma noi ci ostiniamo a chiamarla illusione) sappia cambiare ancora le cose e risulti sovversiva davvero: una salvezza che ci può riguardare.   Deviazione è un termine ambiguo che abbiamo paura anche solo a pensare. Eppure abdicare ad un mondo in cui attribuiamo un unico senso ad ogni parola, impoverisce tutto quel che contiene a misure di norme e di luogo comune. Ci si rassegna alla fine al mondo per come lo conosciamo: ottuso, infelice, concreto, brutale.   La ribellione d’amore è un uccellino che canta lievemente stonato sul ramo, un adolescente impacciato, un bambino pensoso, un deviante che rischia la vita e ha perso la strada. Controvento qualcuno si spinge in avanti, a volte sa anche essere forte, e più sconcertante di quel che crediamo e sappiamo.   Non è bene ridurre a una macchia di inchiostro l’alfabeto che non pratichiamo; il tentativo, disperato, inusuale, forse anche distratto e avventato di chi prova a sbagliare, e imparare: l’amore.

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MASSIMO SALVADORI

Nasco a Modena, ma rivendico ascendenze liguri, toscane, venete. Trapiantato a Napoli, rimango uomo di pianura: il grido dei gabbiani è una sorpresa quotidiana che ad ogni giorno e notte si rinnova. Insegno filosofia in un liceo di frontiera, ma i confini, si sa, sono un’invenzione e la realtà riesce anche a superare metafisica e immaginazione. Scrivo quando le parole assomigliano a quel che sento e sono: a volte penso, a volte vivo, il più delle volte devo invece impegnarmi a sopravvivere. Dal 2015 collaboro a LRì, un’esperienza azzurra di amici, amiche e di parole.

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