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Amore ma anche no

Il cupido che ognuno si merita

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Mi chiamo Pasquale, sono un cupido di seconda categoria. Lo so, il nome non è tra i più accattivanti – ma è quello che mi diedero i genitori. Il Signore Dio nostro, 500 anni fa, quando suonai alle porte del paradiso, decise che avrei continuato a chiamarmi così. Sono di seconda categoria perché con arco e frecce ho colpito 498 persone, ma devo formare un’altra coppia per scattare di grado.
Sono tempi duri cari umani, dei 498 cuori trafitti ben 490 hanno divorziato, una percentuale altissima. Il Signore se la prende sempre con me. Secondo lui non ho la capacità di capire se due anime sono fatte l’una per l’altra. Questa, ha detto, è l’ultima chance. Mi devo impegnare al massimo, ho solo un giorno di tempo per andare sulla Terra alla ricerca di due anime gemelle.
Peccato, proprio oggi che c’era, nell’Auditorium Celeste, un interessante dibattito con Dio, Allah, e Jahvè dal titolo “Essere Dio 2.0”. Mi spiace perderlo, ma devo trovare la coppia perfetta o mi gioco la carriera.
Prendo arco e frecce, e parto verso terra. Come tutti gli altri cupidi sento il minimo battito di cuore, colgo pensieri, ascolto respiri e sospiri, noto un singolo sguardo in ogni angolo del mondo. Ecco il sospiro, volo radente, entro in casa, c’è lei. Seduta al computer, Sabrina, lo sguardo perso nel vuoto. Dio (scusa Signore!) che pensieri tristi. Dai, sono arrivato, inizio a sussurrarle all’orecchio ciò che deve fare, sembra non reagire, ma volente o nolente s’innamorerà e sarà la cinquecentesima.
Eh no bella mia, così non va, mi sono mosso per te e ora tocca a te a darti una mossa. Anche se poco convinta, alla fine si veste, un filo di trucco e via. Bene è pronta, usciamo. Eccoci alla Posta (vita sociale senza respiro eh!) ha 30 numeri davanti. Vabbe’ ciao, torno dopo.
No, ferma, ho sentito un sospirone. Su una sedia un uomo attende il suo turno. Ha l’aria spaesata, di fisico non è male, potrebbe essere il suo tipo e dentro, lo percepisco, è un tipino molto dolce. Lo spingo vicino a Sabrina, anche se lei è rigida come una mazza di scopa. Stefano, così si chiama, le snocciola qualche banalità. Lei lo guarda di sottecchi, sento il suo cuore che batte forte.
E vai, trovato! E’ ora di dare un’accelerata, tiro fuori arco e frecce, mi alzo in volo e scocco, prima una poi l’altro. Si guardano negli occhi, Sabrina gli prende fremente la mano e lui le lascia nel palmo il numerino della Posta pregandola di fare la fila al suo posto. Deve correre in farmacia a prendere pannolini e latte in polvere per il suo bimbo appena nato.
Eh già, Stefano è felicemente sposato, Sabrina è disperata e anche un pochino incazzata e io ho perso l’ultima chance. Dio ieri era una iena, mi ha cacciato. Declassato a essere umano. Vivo come un uomo normale, ho una casa, un lavoro.
Mi manca solo una donna, so dove vive Sabrina. Sento il cuore palpitare. Quel furbetto del mio ex-collega che è arrivato a 500 (lui sì, che Dio lo strafulmini) deve avermi colpito.

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FRANCESCA TURCHETTI

Orgogliosa di far parte della Generazione X in un mondo alla deriva, mi sono buttata sulla scrittura come panacea di tutti i mali. Più che scrittrice posso affermare senza timore di smentita di essere scribacchina, cercando di guardare e descrivere con occhio ironico e distaccato i moti del cuore, la vita difficile, i turbamenti di una vecchiaia che incombe; talvolta riusciendoci, altre volte fallendo in maniera poco onorovole. L'importante è provarci.

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