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Racconti

La campana oggi suona per me

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Illustrazione Stefano Navarrini Racconto breve Paolo Messina

Illustrazione Stefano Navarrini

Com’è bello il suono della campana! E per me non aveva mai suonato. Non ci furono feste al mio battesimo, ci pensò la levatrice, di corsa, per paura che andassi subito all’inferno. Don Vincenzo fece a tempo a venire giusto per recitare due salmi alla mamma. Non l’ho mai conosciuta la mamma. Mi tirarono fuori a forza, facendo di me lo scemo del villaggio. Da bambino non ho fatto la Prima Comunione, don Vincenzo disse che era una cosa che io non potevo capire. Non ho mai saputo quanta intelligenza ci vuole per accogliere Gesù, non ho trovato la risposta in nessun pezzo di pane.

Vidi gli altri bambini vestiti di blu e di bianco, io ridevo perché erano contenti e la gente rideva di me, mentre la campana suonava. Poi si sono tutti sposati, tutti tranne me, ma io ero sempre là. Era bello vederli ancora felici, sentire la campana suonare per loro. Oggi invece sono tutti tristi, mi guardano mentre passo, ma non mi vedono. Solo questa signora gentile vestita di bianco sorride e mi tiene per mano. Mi parla come se mi conoscesse; è più giovane di me, ma non ricordo quando la campana suonò per la sua festa. Stiamo andando in chiesa, oggi mi faranno entrare. Quattro impiegati del comune tengono la cassa in spalla, io sto dentro, sdraiato. Mi hanno messo il vestito buono della domenica. Don Vincenzo stavolta dirà una preghiera anche per me, forse solo due salmi, ma la campana è tutta per il mio funerale. La gente oggi non è allegra, non c’è più lo scemo per riderci dietro, e non hanno abbastanza specchi per ridere di sé.

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Paolo Messina

Nasce nel 1960 a Porto d’Ischia in una sera d’aprile. Nel ‘66 la famiglia si trasferisce a Roma. Studia fino alla maturità scientifica, in uno dei più turbolenti licei della capitale negli anni compresi tra il golpe in Cile e il rapimento Moro. Qua conosce la sua compagna di banco e di avventura, Laura. Nel 1980 già lavorano entrambi, ma si accorgono che c’è solo un’estate a vent'anni, perciò comprano una moto, si licenziano e partono in un viaggio che finisce quando finiscono i soldi, tenuti nascosti in un rotolo di carta igienica. Nel 1981 grazie a un concorso fatto ai tempi del liceo Paolo ottiene un impiego presso una grande azienda di servizi a capitale statale. Comprano una piccola casa a Roma, zona Magliana, quella della banda, contando di poter tornare a Ischia appena possibile ma non è possibile. Nel 1991 mantiene la promessa di trasferirsi al mare e va in Maremma. Qui, quando non sopporta più di essere un triste impiegato in un triste ufficio di una triste azienda si licenzia. Ora è titolare di una piccola ma prestigiosa azienda nel settore enogastronomico di qualità tipica e biologica. Da quasi quarant’anni non è sposato con Laura. Paolo Messina ha scritto due raccolte di racconti, stampate in proprio da PC in poche decine di copie, e la raccolta “Interferenze Indiscrete”, tramite il sito “Il miolibro” de La Feltrinelli. ha pubblicato nel 2007 per Il Filo editore la raccolta di poesie “Baci di Arcobaleni Sbiechi”. Del 2011 pubblica su La Rivista Intelligente, di cui dal 2012 è collaboratore stabile.”

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