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Fotografia

La fotografia La parte Il tutto

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Foto di Roberto Calvino

 

Quando si fotografa, si ritaglia una porzione di spazio da una realtà più vasta, ma l’inquadratura che relazione ha con il contesto da cui è stata isolata? Edgar Morin, sul rapporto tra la parte e il tutto, ha condotto una serie di riflessioni che, pur non riguardando in modo specifico la fotografia, sono illuminanti: ha richiamato il secondo e terzo principio del discorso sul metodo di Cartesio, notando come questi abbiano portato, fino alla seconda metà del XX secolo, quasi tutte le scienze ad obbedire al principio di riduzione che «riconduce la conoscenza del tutto alla conoscenza delle sue parti».

 

Oggi, osserva Morin, si ha però la necessità di un pensiero capace di cogliere la relazione tra la parte e il tutto. La macchina fotografica è uno strumento che ritaglia parti; cosa ci sia al di là dell’inquadratura lo si può solo immaginare. Ciascuno, secondo la propria sensibilità e cultura, avvia ragionamenti ed elabora pensieri. A volte, però, si avverte la necessità di sapere con certezza quale sia il contesto, in che periodo, dove e perché sia stato realizzato lo scatto. Walter Benjamin osservava che «ogni costruzione fotografica è destinata a rimanere approssimativa» senza l’opportuna didascalia, mentre Susan Sontag notava che «anche una didascalia perfettamente esatta è solo una possibile interpretazione, necessariamente limitativa, della fotografia alla quale è unita… un guanto che si infila e sfila con facilità».

 

È sempre stato difficile comprendere ciò che l’immagine fotografica non mostra, ma internet è di aiuto, grazie ai link e ai motori di ricerca che permettono velocemente di acquisire le informazioni mancanti, verificare le fonti e confrontare le diverse opinioni. Siamo abituati a decodificare le fotografie in un attimo, ma occorre tempo e attenzione per non avere una visione distorta della realtà in cui la parte induce in errore, a causa di didascalie costruite ad arte.

 

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ROBERTO CALVINO

Ha conseguito la laurea in lettere moderne, discutendo una tesi in storia della critica d’arte con Maria Luisa Dalai Emiliani. Ha collaborato con Roberto Leydi e Michele Straniero su temi riguardanti la cultura delle classi subalterne. E’ stato corrispondente dall’Italia per “La strada”, rivista pubblicata in Olanda. E’ stato docente di lettere nella scuola secondaria. Principali mostre a cui ha partecipato con lo pseudonimo di Felix Danton o con il proprio nome: Echi Urbani, Amarillo Art Gallery Reggio Emilia 2009; Immagina Arte. Reggio Emilia, 2009; San Quirico D’Orcia. Palazzo Chigi. Demone a ciascuno il suo sogno, 2010; Cortecce e Simmetrie. Sestante, Gallarate 2011; Carù. Parole suoni immagini. Riflettere. Sacrestia della chiesa monumentale di San Marco, Milano, 2012; Rive gauche/ droit en Anniviers, Festival dédié à la photographie d'auteur et de montagne. Grimentz, 2012; Da legno a segno " Spazio Ostini, Cuirone, 2014; 15 ème festival européen de la photo de nu, " Corps et texte ", Arles, 2015; Dalle parole alle immagini, dalle immagini alle parole, Gallarate, spazio Carù Museo Maga, 2017.

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