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Racconti

La mia verità

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La mia verità

Non capiva mai dal primo giorno in cui ci eravamo messi insieme le avevo detto quello che mi piaceva e quello che non mi piaceva tutte le cose che una donna deve fare per il suo uomo e un uomo per la sua donna ma lei non capiva mai…
allora io per farla capire la dovevo picchiare che in certi periodi le botte me le tirava fuori dalle mani ma così spesso da farmi pensare che sotto sotto le piaceva…
io cercavo di non farle mancare niente le regalavo tutte le cose che la facevano sentire figa ci siamo fatti il tatuaggio maori nello stesso punto sul bicipite e per natale anche la tigre che usciva dal sedere e andava a finire sulla schiena che si vedeva sempre dai pantaloni a vita bassa che mi faceva impazzire quando se li metteva col tanga tutte le settimane ci facevamo la lampada totale per essere sempre abbronzati e l’avevo portata anche a Sharm che erano andate tutte le sue amiche e lei per convincermi mi si era strusciata addosso e faceva tutta la micina che sembrava in calore…
è vero che ogni tanto le davo una ripassata anche se non me li rompeva i coglioni ma era chiaro che lo facevo perché era la mia donna era il modo per farla sentire che eravamo una dell’altro poi un giorno dopo quasi due anni che stavamo insieme e che tutto andava a meraviglia mi chiama intanto che sono al bar che gliel’ho sempre detto che coi miei amici zio i coglioni non me li devi rompere che c’abbiamo i cazzi nostri da discutere e mi dice che non mi vuole più che lei non può stare con uno che non fa un cazzo dalla mattina alla sera che bevo troppo e quando bevo le faccio paura e che lei si è rotta i coglioni di tutte ste botte e che non devo cercarla che lei ha bisogno di una pausa che allora va via perché sono troppo fuori che ci deve pensare bene…
quando arrivo a casa lei ha portato via tutti i vestiti e le scarpe e i trucchi che sembra ci sono stati i ladri e io però me ne sbatto che tanto non riesce a starmi lontano neanche un giorno che lo so che è andata da quella stronza di sua mamma che se anche la chiamo dirà di no che mi ha sempre avuto sulle palle…
io non ci dormo una notte e bevo due notti e continuo a bere e sono sempre più incazzato perché la tipa non si fa viva passano due settimane e in un momento che mi passa la botta la vado a spiare fuori dal negozio di parrucchiera dove lavora ha anche i capelli più lunghi s’è fatta le stescion bionde la stronza e quando vedo che ride con la sua amica una di quelle belle risate a sbattimento di cazzo come se niente fosse io non ci vedo più mi nascondo nell’ombra e la aspetto e quando è li davanti le si ferma il fiato in gola e diventa bianca come una merda e io allora senza darle il tempo di reagire la butto per terra e comincio a picchiare a calci e schiaffoni fino a quando le mani mi fanno così male che non le sento più e nell’aria sento le sirene…
mi hanno detto che l’ho ammazzata a botte solo che io non me n’ero mica accorto non l’ho fatto apposta volevo farle capire bene chi comanda volevo tirarla su e riportarla a casa perché io l’amavo e ci davamo una bella sbattuta per festeggiare il ritorno che io non potevo restare da solo che stavo troppo male…

 

Stefano Simonini

Milanese di nascita ma cittadino del mondo, ha fatto l'attore, pubblicato il romanzo "L'angelo custode" e due racconti nella prima antologia a tematica gay "Men on men", Nella vita di tutti i giorni, si occupa di moda, in un noto show-room milanese.

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