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Cucina Intelligente

La mia zucca per #Halloween

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Gaetano Nuvoletti 1916

Gaetano Nuvoletti 1916

Mio nonno Gaetano Nuvoletti da Gazzuolo, provincia di Mantova, era uomo gentile ma piuttosto avaro. Parco era il desco. Pollo, se c’era, prima bollito poi arrostito. La sera: polenta e latte. Ma per i dì di festa, tra novembre e Natale, la Maria preparava i tortelli di zucca dal sapore dolcepiccante, medioevali e misteriosi. Non confondiamoli con i tortelli di zucca ferraresi. I nostri hanno amaretto e soprattutto mostarda di Mantova, forte, meglio se di pere.
Per la pasta, uova e farina, niente acqua, oggi si sciala. Poi sei etti di zucca pulita a pezzi, arrostita in forno e passata. Un etto, un etto e un etto di mostarda, amaretti tritati e grana padano grattugiato – nonostante la vicinanza di Parma, noi lo preferiamo. Un pizzico di noce moscata e anche di buccia di limone, chi gli piace.
Preparate i tortelli, grandi e quadrati, belli ricchi del loro ripieno e portateli fumanti in tavola, con burro fuso e altro grana. Padano.
E la Maria ogni volta diceva, in quel suo dialetto mantovano che non so rifare: «Ma guardate la Giovannina come se li mangia volentieri. Le rimpolperà finalmente le sue gambette a stecchino».

Gaetano Nuvoletti morì fra le nebbie nel novembre 1958. Qui sopra, una sua foto del 1916.

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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