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La nottata

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Immagine di Giovanna Nuvoletti

Visto che gli ormai tangibili segni di ripresa economica non interessano a nessuno, in Italia è tutto un parlottare degli insulti, spesso allucinanti per veemenza e rozzezza, recapitati via social a Laura Boldrini, Presidente della Camera, e della decisione della donna politica di denunciarne gli autori alla magistratura.
Ho letto un interessante articolo secondo il quale detti insulti (“ancorché pagati a caro prezzo”) farebbero lievitare l’importanza di Boldrini, definita “un capitale politico in crescita”, degno di analisi e studi futuribili da parte degli specialisti. Insomma, le idee e le posizioni fin qui assunte da Laura Boldrini sulle varie problematiche nazionali contano più o meno zero, ciò che conta è l’interesse, lo scalpore suscitato dalla diatriba vergognosa in atto.
Tutto ciò non rappresenta certo una novità, sia chiaro. Che il gioco politico sia condotto da molti decenni su questi presupposti e che il potere sia appannaggio di chi riesce a orientare le linee di pensiero e di voto tramite l’attenta, capillare oculata gestione dei media è cosa arcinota almeno dai tempi delle grandi dittature del novecento. Soprattutto in Italia, storico ricettacolo di ignoranza facile da canalizzare in odio cieco senza che le azioni, i fatti concreti incidano più di tanto.
Generalmente – basti pensare agli esempi del passato remoto e prossimo – i manipolatori di folle finiscono col cadere vittime della nemesi storica, ripagati con la stessa moneta che aveva loro garantito la gloria. Mussolini, tanto per fare un nome. Ma i danni ricevuti dal paese restano lì accumulati, pesanti come macigni, per giunta generatori di un effetto rebound che rende sempre più difficile l’inversione di tendenza.
Qualcuno, leggendo queste righe, obietterà che questa è la politica del terzo millennio e c’è poco da fare, visto che anche l’America si ritrova alla casa Bianca un inquilino come Donald Trump, forte di un sostegno mediatico schiacciante. Ed è anche legittimo il sospetto che, tra sostenitori a oltranza della libertà di espressione e oppositori dell’insulto indiscriminato, a prevalere sia proprio il gioco economico basato sul commercio dell’informazione: la vendita della notizia a qualunque costo e, soprattutto, a qualunque prezzo.
A questo proposito vorrei far notare che, se ci fosse la reale volontà di risolvere il problema della debordante influenza dei media sulla politica senza scelte liberticide, una mossa decisiva sarebbe quella di dotare le praterie selvagge dei vari socialnetwork di altrettanti direttori responsabili, esattamente come avviene per i giornali. Nessuno, a quel che mi risulta, si è mai lamentato del fatto che i commenti agli articoli che escono sulle testate on line siano controllati, prima della loro pubblicazione. Perché non usare lo stesso metro per i social, che sono oggi di gran lunga i media col più ampio bacino d’utenza?
In ogni caso, credo che la battaglia non sia ancora perduta. Nonostante tutto, perfino da noi saranno i fatti a prevalere, e su quelli consiglio i politici seri di lavorare instancabilmente. Gli esempi, basti pensare al nuovo corso del Ministero degli Interni, non mancano. La nottata, prima o poi, passerà.

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