Caricamento

Digita la ricerca

Racconti

La verità della Sibilla

5.360 visite

Antro della Sibilla Cumana, Napoli

 

Aveva un fazzoletto ripiegato nella manica. Lo tirava fuori e scatarrava, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi. Correnti d’aria si avvitavano senza posa, mettevano i brividi, e lei sussultava, immaginando che la scossa facesse in qualche modo parte dello spettacolo, che servisse alla messinscena dell’estasi e del rapimento. Le ossa cricchiavano e lei si lamentava. Maledetti spifferi!

Vide la sagoma dell’uomo affettata dalla luce lungo il corridoio. Bagnò sulla lingua la punta dello stilo. Scelse a caso una foglia tra le tante che riempivano la pisside.

Ma l’aria era inspiegabilmente immota, quel giorno, afosa.

Dovrò invocare il vento, pensò con stupore misto ad angoscia.

Se lanciassi le foglie, sarebbe facile per il tizio raccoglierle seguendo la successione con cui le lascio cadere. Potrei lanciarle tutte assieme, come tanti coriandoli, anche se il gesto sarebbe poco conforme al rito. Non scrivo qualcosa di sensato dai tempi della scuola.

Si era già arresa, quando uno starnuto le sfuggì roboando e buttò all’aria ogni cosa.

La Sibilla Cumana, caduta a terra, scorse tra le gambe l’uomo che correva disperato in cerca delle foglie.

Chissà quale sarà il vaticinio?, si chiese. Dire la verità qualche volta è un bene.

«Torni domani, oggi ho un gran raffreddore», aveva scritto.

 

Sito archeologico di Cuma

Tags:
SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *