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L’amore al tempo dei supplementari

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È Bibbia: c’è un tempo per ogni cosa. Prima ci fu la pillola. Andò benissimo per imparare a scambiarci i corpi. Ma una ragazza non può impasticcarsi per trent’anni. Venne il tempo delle barriere in lattice, da mettere un po’ per uno. Il diaframma però è complicato: mani lavate per posa e controllo, dopo i fuochi niente bagno. No se puede in riva al mar scherzare con l’amor, lo dice pure Arbore. Con l’incappucciamento è più semplice ma per essere sicuri ci vuole la crema, e non la chantilly. Decisero che in Italia di spermicidi non se ne dovevano più vendere, solo in Vaticano.
Fu il contrabbando. La nostra fida amica inglese andava in farmacia: quattro tubetti per volta da spedirci sottobanco. Avranno pensato si divertisse da matti. Sulle confezioni c’era un’etichetta col suo nome, li spremevo con imbarazzo.
Poi il tempo giocò per noi. Quella sera, a Pantelleria, scendemmo sulla scogliera, mare e luna a testimoni. I capelli non erano più quelli della pillola: radi i miei, tinti i suoi. Gli anni passati a spremere tubetti altrui, come le rocce di lava, ci sostenevano, senza scordare il fuoco delle origini. Era venuto il tempo di non pensarci più.
Nessuno ci avrebbe visto: tutta l’Italia era alla TV per la finale dei mondiali. Si andò ai supplementari.
Fummo una cosa sola, pelle su pelle, nessun intermediario tra desideri e spasmi. Liquido nel liquido. Come le onde sulla scogliera, così io in lei. Senza rivestirci ci tuffammo nel tramonto. Sale e pelle di mare nell’acqua salata.
«Oh, non ci saranno mica le meduse?»
«E no, eh!»

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Paolo Messina

Nasce nel 1960 a Porto d’Ischia in una sera d’aprile. Nel ‘66 la famiglia si trasferisce a Roma. Studia fino alla maturità scientifica, in uno dei più turbolenti licei della capitale negli anni compresi tra il golpe in Cile e il rapimento Moro. Qua conosce la sua compagna di banco e di avventura, Laura. Nel 1980 già lavorano entrambi, ma si accorgono che c’è solo un’estate a vent'anni, perciò comprano una moto, si licenziano e partono in un viaggio che finisce quando finiscono i soldi, tenuti nascosti in un rotolo di carta igienica. Nel 1981 grazie a un concorso fatto ai tempi del liceo Paolo ottiene un impiego presso una grande azienda di servizi a capitale statale. Comprano una piccola casa a Roma, zona Magliana, quella della banda, contando di poter tornare a Ischia appena possibile ma non è possibile. Nel 1991 mantiene la promessa di trasferirsi al mare e va in Maremma. Qui, quando non sopporta più di essere un triste impiegato in un triste ufficio di una triste azienda si licenzia. Ora è titolare di una piccola ma prestigiosa azienda nel settore enogastronomico di qualità tipica e biologica. Da quasi quarant’anni non è sposato con Laura. Paolo Messina ha scritto due raccolte di racconti, stampate in proprio da PC in poche decine di copie, e la raccolta “Interferenze Indiscrete”, tramite il sito “Il miolibro” de La Feltrinelli. ha pubblicato nel 2007 per Il Filo editore la raccolta di poesie “Baci di Arcobaleni Sbiechi”. Del 2011 pubblica su La Rivista Intelligente, di cui dal 2012 è collaboratore stabile.”

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