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Le formiche di Laura

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È vero che le formiche di questo piccolo libro di racconti sono straordinarie, però Lilli le ha prese a soggetto anche nel suo precedente libro di poesie, che appunto si intitolava Dolce per le formiche.
Come mai ne parla tanto? Forse perché, in tempi miseri di individualismo, loro sono solidali e organizzate? No, non è per questo. Le formiche di Laura sono quei piccoli segni neri che messi insieme formano prima parole e poi frasi e poi intere pagine di giornale. Pagine, frasi, parole e lettere che un tempo erano alla ricerca di un senso. Ai margini del/la Pianura del/Silenzio, le/Parole sono costrette ad ar/restarsi, mentre oggi quelle stesse Parole si sciolgono al sole ai bordi di una piscina.
Nelle Pagine del giornale abbandonato e non letto si scolorano man mano e, man mano, le parole, il senso e la comprensione svaniscono e lasciano la pagina bianca da riscrivere. Eccole, allora, le formiche: escono in fila dal prato per andare di nuovo a riscrivere tutto, però questa volta… in cinese. Ma Laura Lilli, che forse non sa il cinese, tenta comunque e ostinatamente di farsi capire, così i suoi undici racconti sono scritti oltre che in italiano, anche in inglese (ancora, forse per poco, lingua franca nei continenti) e, non contenta, chiede a Elisa Montessori di riscriverli a modo suo, con pennellate nere che raccontano anche loro di partite di calcio tra Dio e Lucifero o di un verso unico lungo un chilometro.
I racconti si muovono tra il paradosso e la parabola, tra il gioco e l’assennatezza, e con il sorriso sulle labbra, l’autrice fa parlare Punti e Linee, Monumenti della Roma eterna con Strade calpestate perfino da Orazio, Elefantini del circo con gorilla e scimpanzé che cercano Africa e trovano circonvallazioni piene di elefanti di ferro che corrono all’impazzata. Così come discutono, nel caldo di una torrida estate, Pescasseroli e Pescara, litigando su chi delle due è più importante per lunghezza del nome. Una bagarre pazzesca nella quale non disdegnano di entrare anche Pontassieve, Priverno Fossanova, Palermo e tutto il Piemonte. Per fortuna a un tratto appare una nuvola, che presto si trasforma in un forte temporale estivo con lampi, tuoni e perfino grandine, necessario a rinfrescare i cervelli e placare gli animi. Accidenti, non sarà che la tempesta perfetta nella quale noi italiani ci troviamo attualmente ce l’ha mandata il Buon Dio per rimettere a posto i nostri cervelli?

Laura Lilli, Le formiche straordinarie, Edizioni Empiria, Roma 2012.

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LIA MIGALE

è scrittrice ed economista. Tra le sue pubblicazioni non scientifiche i racconti In un altro luogo (1996) e il romanzo Malamore (2001) – entrambi per Empirìa – e La donna del diavolo (Voland 2009) e Piccola storia del femminismo in Italia (Empirìa 2016).

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