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Editoriale

Lettera alla direttora

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Giandomenico Tiepolo, Dio padre

 

Gentile Direttora,

la ringrazio infinitamente di avermi dato la possibilità di scriverle personalmente. Mi sono sempre impegnato al massimo per creare le condizioni di un impiego stabile per me e garantire un futuro ai miei figli (davvero tanti le assicuro!). Pur essendo dotato, a detta di tutti, di un’elevata capacità creativa in tutti i campi, da quello molecolare a quello astrale, passando attraverso la botanica, la chimica, la fisica, tanto che le mie invenzioni, perfettamente funzionanti, sono ancora lontane dall’essere comprese, mi ritrovo disoccupato. La difficoltà di trovare un’occupazione degna delle mie capacità si scontra con un problema burocratico di rilievo. All’anagrafe risulto con nomi diversi e francamente abbastanza assurdi: Imperatore di Giada, l’Arciere, Custode del cofanetto di Frigg, Spirito uccello, Antenato primordiale, Ragno ingannatore, Governatore supremo della confederazione galattica e altre amenità, impossibili da elencare tutti in un qualsiasi documento. Equitalia mi ha persino accusato di volerli depistare. Sto ancora combattendo per farmi chiamare con un nome solo, ma riscontro un’ostinazione planetaria. Per alcuni sono uno, ma trino, altri per dispetto preferiscono non pronunciare il mio nome. Dei pazzi scriteriati mi utilizzano per fare da prestanome ad attività illegali, di cui mi viene attribuita la responsabilità. Pensi che hanno fatto crollare due grattacieli e adesso si fanno esplodere gridando che sono grande, come se glielo avessi ordinato io. Che motivo avrei di distruggere quello che faticosamente ho costruito? E non in soli sei giorni lavorativi, come qualcuno ha scritto in una delle tante mie biografie non autorizzate, che un albergatore negli Stati Uniti mi aveva fatto trovare sul comodino pensando di farmi una cortesia. E pensare che ero appena riuscito a far archiviare le pratiche precedenti in cui ero stato invischiato! Come quella volta che un certo Costantino fece crocifiggere diecimila (10.000) persone con la scusa che non mi credevano o quando dei loschi figuri per tre secoli si ostinarono a bruciare sei milioni (6.000.000) di donne dicendo che con la luna piena volavano a cavallo di una scopa per darmi un dispiacere. Primo: ma chi ci crede? Secondo: le pare che uno in grado di creare un airone cenerino o un’aquila reale sia invidioso di una scopa volante? Vorrei che fosse chiaro a tutti che io non c’entro assolutamente niente con queste faccende, che ritengo facciano parte degli interessi privati di questi imbecilli. Purtroppo devo ammettere che li ho creati io, forse in un momento di distrazione. Le prometto che starò più attento in futuro.

Con preghiera di diffusione

Cordiali saluti a tutta la redazione

Dio

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