Caricamento

Digita la ricerca

Racconti

La slavata e la tortella

5.107 visite

Immagine di Stefano Navarrini

Ce le ho davanti tutt’e due. Incredibilmente vicine. Io seduta, loro appese alle maniglie del tram. Di entrambe, dal mio osservatorio, vedo soprattutto le gambe, i piedi, le scarpe. L’una, alta più di un metro e ottanta, 50 cm solo di coscia, calza infradito di plastica. Le lunghe gambe esilissime spuntano da un paio di short sfilacciati. Poco più sopra una striscia di ventre incavato, la canotta a coprire una spanna di stomaco. Incarnato tendente al bianco luna. Accanto alla modella – di certo lo era – slava e slavata, una sorta di tortello umano, di suo alto solo un metro e quaranta, ma che sfiora il metro e mezzo grazie al più incredibile paio di sandali che abbia mai visto. Intorno alla caviglia e ai polpacci, grassi come quelli di un neonato ben nutrito, s’arrampica uno stivaletto fetish, nero, con buchi e stringhe. I piedi, dalle unghie laccate, poggiano su una piattaforma aerodinamica che eleva la tortella ad altezze per lei siderali. Nonostante il rialzo, però, la sventurata, anche in punta di piedi (si fa per dire), non arriva ad afferrare la maniglia. Di tanto in tanto, per non perdere l’equilibrio, s’attacca alla canotta della slava, che la maniglia nemmeno la degna, appesa direttamente alla sbarra posta molto più in alto. Anche la tortella veste abiti succinti. Una minigonna nera, in pelle, le fascia cosce, fianchi e sedere spropositati. Esibiti però con feroce nonchalance. Scendono, incredibilmente, alla medesima fermata. Le seguo con gli occhi dal finestrino, entrambe sul marciapiede in attesa al semaforo. Scatta il verde, la slavata si storce una caviglia, la ciabatta di plastica le si sfila dal piede, lei barcolla, sta per cadere, ma la tortella, ben salda sulla sua piattaforma, le fa da stampella, evitandole la caduta. Le raccoglie pure l’infradito volato via e, con un sorriso ricambiato, le trotterella accanto soddisfatta.
Dall’altra parte l’attende un ganimede di un metro e novanta, biondo, occhi azzurri, raggiante. Manca soltanto il palafreno bianco. La slava li osserva baciarsi. Si guarda i piedi, afferra le ciabatte e le butta in un cestino. Quando passa il principe con la scarpetta di cristallo?

 

Tags:
COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

  • 1

Ti potrebbe piacere

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *