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Cinema

LORO 2

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Il parterre è sempre la villa in Sardegna: sconfinati prati verdi, pecore al pascolo, la piscina e la veranda, dove ritroviamo Lui a colloquio col suo amico Ennio. Lui è stanco, infiacchito dalla mancanza d’attività, vorrebbe tornare al governo ma gli mancano i numeri: comprati qualche senatore – gli consiglia il fido sodale.
Se la prima parte di LORO era quasi interamente dedicata agli altri, alla corte variegata che gli gravitava intorno, il secondo spezzone del film di Sorrentino, parla soprattutto di Lui e della sua solitudine. Perché non basta riempirsi la casa di belle ragazze, di cortigiani ruffiani, allestire cene eleganti e spettacolini osé per colmare il vuoto e sconfiggere la noia. Toni Servillo affina nella recitazione la maschera di B., sempre più grottesca, sia quando si esibisce con gli ospiti gorgheggiando canzoni napoletane, sia quando s’ingegna a tirar fuori le sue vecchie doti di venditore. Vende sogni, il nostro, sogni di plastica come la sua faccia rifatta e come il finto vulcano che sputa lapilli in giardino. I più gli credono, o fanno finta di credergli, perché è ricco e potente, perché ancora capace di cambiare i destini della gente: un posto nell’azienda al figlio di quello; una poltrona in Europa, quando tornerà in sella, per quell’altro; un avanzamento di carriera per l’aspirante attricetta. Ma Lui stesso – nell’interpretazione che ne dà Sorrentino – sembra non crederci. E allora ti convinci, davanti allo schermo, che quell’ometto triste in ciabatte e accappatoio che cerca di succhiare la giovinezza alle donne di cui si circonda (esattamente come in Youth) per arginare la propria vecchiezza, sia solo un simulacro di se stesso.
Hai l’alito da vecchio, come quello di mio nonno – gli confessa una ragazza quando Lui le si avvicina. Sei patetico, io sono patetica – ha il coraggio di aggiungere. A quel punto lo credi finito, spacciato, piegato per sempre e invece, come il vulcano fasullo che lancia petardi verso il cielo, te lo ritrovi baldanzoso con l’elmetto in testa tra le macerie dell’Aquila, a promettere prefabbricati nella “New town” e dentiere per tutti. Sempre Lui, immarcescibile e fedele al copione. Quando esci dalla sala hai ancora nelle orecchie lo stucchevole coro delle veline che intonano Meno male che Silvio c’è. Non puoi nemmeno consolarti pensando che è solo un film.

LORO 2 – di Paolo Sorrentino – Italia 2018

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COSTANZA FIRRAO

Nata a Bari nel 1953, è sposata e ha due figli. Vive a Milano dal 1990. Collabora negli anni ’90 alle pagine culturali di alcuni quotidiani locali ed è stata traduttrice dal francese per riviste bilingue. Ha curato vari siti e blog. E' appassionata di cinema e letteratura.

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