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Maggio 1970, four dead in Ohio

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4 maggio 1970 - Kent State University, Ohio,

Quarantasette anni sono passati da quel fosco 4 di maggio del ‘70, quando nel campus della Kent State University, Ohio, la Guardia Nazionale sparò 66 colpi in 13 secondi sugli studenti che protestavano per l’invasione, del tutto ingiustificata, della Cambogia da parte di Nixon. Quattro ragazzi rimasero uccisi, il potere aveva deciso di dare una lezione memorabile ai suoi stessi figli della middle class bianca, monito per una nazione che stava diventando troppo liberal. I baby boomers dovevano capire che la ricreazione della “Summer of Love” sessantottina era finita e l’America tornava a fare sul serio. La Kent State University era tutt’altro che una fucina di sovversivi e neanche di capelloni hippy. Di droga ne circolava assai poca in Ohio, la manifestazione era un atto del tutto pacifico e spontaneo e proprio per questo si scelse di colpire letteralmente al cuore una protesta che rischiava di diventare incendiaria, mettendo in forse quella guerra nella quale il governo aveva investito somme favolose.
Certo, nei giorni successivi al massacro milioni di giovani si riversarono a Washington, schifati e indignati per quell’orrore, ma il messaggio controrivoluzionario era passato: la protesta della generazione dei fiori si dissolse in poco tempo come neve al sole, anche se Nixon fu poi spazzato via, sconfitto dalla storia e dalle sua menzogne.
I quattro ragazzi invece, Allison Krause, Jeffrey Miller, Sandra Scheuer, e William Schroeder, vivono ancora in una magnifica canzone di Crosby, Stills, Nash & Young e nelle foto d’epoca, strazianti.

Tin soldiers and Nixon’s comin’.
We’re finally on our own.
This summer I hear the drummin’.
Four dead in Ohio.

Mezzo secolo dopo l’America, che nel frattempo ha sperimentato la catastrofe delle due torri, la guerra in Afghanistan e quella in Iraq, gente come George “Dubya”Bush, Dick Cheney e Donald Rumsfeld e poi gli otto anni controversi di Barack Obama, ha deciso di tornare all’antico, mettendo sul trono Donald Trump.
Chissà come si comporterebbe lui, oggi, davanti ai ragazzi di Kent, Ohio

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