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Manuale di sopravvivenza

Mefitiche arpie

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A fasi alterne, si attende l’inverno.
L’auto monta gomme da neve che sfideranno strade gelate. Sciarpe, guanti e cappelli sono ordinatamente impilati nell’armadio. Anche le migrazioni di uccelli appaiono in corso d’opera.
Solo che loro, i volatili, sembrano confusi e partono alla spicciolata. Modello vacanze intelligenti. Un po’ oggi, un po’ domani, altri qualche settimana fa, un bel po’ magari la prossima. Tanto per gradire.
Lo scorso anno, pennuti appollaiati ovunque mi fissavano al mattino. Prendevano il volo seguendo un unico istinto. I tetti tornavano deserti in pochi giorni.
Quest’anno, tra temperature miti fuori stagione e qualche puntata di freddo, sono quasi due mesi che gli uccelli bivaccano nei pressi del mio balcone. E del mio bucato.
Costretta a equilibrismi con teli di plastica e nauseanti pulizie mattutine, penso alle cure di bellezza al guano offerte da alcune cliniche svizzere. Potrei offrire un tocco di atmosfera casalinga alle ansiose epidermidi VIP. Una rotolatina sul telo e voilà, pelle ritemprata.
Al mattino, ancora a letto, odo un frullar d’ali. Non penso a batuffoli di piume che baruffano allegri, ma a detestabili arpie intente a posizionare i mefitici posteriori e dedicarsi al tiro a segno. Calzine di bimba, un bel po’ di punti. Reggiseno della mamma, pochi punti (sono invero generosamente dotata). Quinto dito dei mezzi guanti da ciclista del papà – alta precisione – vittoria e bonus. Sarebbe meno ansiogeno avere nei paraggi gli uccelli del lago Stinfalo intenti a divorare carne umana.
Allora mi raccolgo in preghiera sul balcone. Una preghiera laica e casalinga (io). Socchiudo gli occhi e penso: per favore, dea delle stagioni, intervieni. Portali via tutti insieme. Falli planare, volare, starnazzare, becchettare, azzuffarsi, ma lontano da me e dal mio bucato.
Sollevo poi il capo. Fuori dall’estasi, apro gli occhi per guardare in alto, forse sono stata ascoltata. Per tutta risposta, una scia di deiezioni sfiora il mio viso.
Senti dea, dato che con tutta evidenza sei in vacanza, ami gli storni in salmì?

Nessun volatile è stato maltrattato nella stesura del presente articolo

 

PAOLA GIANNELLI

Pugliese d’origine, milanese d’adozione, mamma, moglie e blogger (Parla con noi di Repubblica D e Stavo Giusto Pensando) ho sviluppato il mio percorso professionale all'insegna della curiosità e delle nuove opportunità. Ho iniziato la mia carriera come ricercatrice economica nel settore dell’economia agroalimentare presso il centro studi Nomisma subito dopo il conseguimento del master in International business administration negli Stati Uniti, per poi approdare alla consulenza direzionale di tipo strategico in CAP GEMINI Ernst & Young. Sono ora consulente indipendente, specialista in internazionalizzazione delle imprese del Made in Italy sui mercati esteri, asiatici in particolar in particolar modo, e annovero un passato da globe trotter per necessità (dagli Stati Uniti, Brasile e Argentina, alla maggior parte dei Paesi del Sud-est asiatico, passando per l’Europa). Precocemente attratta dalla scrittura che mi ha portata a buttare giù appunti e storie sui supporti più disparati (dagli scontrini del supermercato, ai sacchetti del pane, al palmo delle mani). Negli ultimi anni ho sviluppato una seconda focalizzazione professionale partita con l’adesione al progetto di Ellerì.

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