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Fotografia

Non cestinare quella foto Man Ray!

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Scrive Man Ray nella sua autobiografia: «Un giorno ricevetti la visita di una donna imponente, tutta vestita di nero, dagli occhi enormi sottolineati dal trucco scurissimo. Si presentò come la Marchesa Casati ed espresse il desiderio di essere fotografata». Eccentrica e famosa nei circoli aristocratici, accolse l’artista nel salone della casa parigina. Durante la seduta fotografica ci furono problemi all’impianto elettrico. Il portiere dello stabile cambiò le valvole e ripristinò la corrente. Man Ray però non osò riaccendere le lampade e decise di utilizzare la poca luce che rischiarava la stanza. «Non fu un lavoro facile; la gran dama si muoveva come se stessi girando un film. Quella sera stessa sviluppai i negativi: erano confusi, indistinti. Li misi da parte, considerando un fallimento quella prima seduta. La informai che i negativi erano inutilizzabili». Ma la Marchesa, ansiosa, gli telefonava in continuazione, voleva vedere le foto. Man Ray per accontentarla sviluppò il negativo in cui si vedevano tre paia d’occhi e le portò la fotografia. Quando la Marchesa la guardò rimase affascinata. Non riusciva a distogliere lo sguardo, disse che aveva realizzato “il ritratto della sua anima” e ne ordinò un’infinità di copie. Così lo scatto, che con ogni probabilità Man Ray avrebbe cestinato, circolò per tutta Parigi e divenne uno dei ritratti più significativi del surrealismo. Lo sguardo di chi si vede rappresentato in una foto non è lo stesso di chi la scatta.

 

Man Ray, Ritratto della Marchesa Casati, 1922

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ROBERTO CALVINO

Ha conseguito la laurea in lettere moderne, discutendo una tesi in storia della critica d’arte con Maria Luisa Dalai Emiliani. Ha collaborato con Roberto Leydi e Michele Straniero su temi riguardanti la cultura delle classi subalterne. E’ stato corrispondente dall’Italia per “La strada”, rivista pubblicata in Olanda. E’ stato docente di lettere nella scuola secondaria. Principali mostre a cui ha partecipato con lo pseudonimo di Felix Danton o con il proprio nome: Echi Urbani, Amarillo Art Gallery Reggio Emilia 2009; Immagina Arte. Reggio Emilia, 2009; San Quirico D’Orcia. Palazzo Chigi. Demone a ciascuno il suo sogno, 2010; Cortecce e Simmetrie. Sestante, Gallarate 2011; Carù. Parole suoni immagini. Riflettere. Sacrestia della chiesa monumentale di San Marco, Milano, 2012; Rive gauche/ droit en Anniviers, Festival dédié à la photographie d'auteur et de montagne. Grimentz, 2012; Da legno a segno " Spazio Ostini, Cuirone, 2014; 15 ème festival européen de la photo de nu, " Corps et texte ", Arles, 2015; Dalle parole alle immagini, dalle immagini alle parole, Gallarate, spazio Carù Museo Maga, 2017.

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