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Nuvole

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Eccoti… Come va – gli chiede l’uomo davanti a lui.

Abbastanza bene, un po’ frastornato –  si passa  un indice sul viso, ma non sente il dito e neanche la barba  mentre risponde.  Non è sicuro  che la persona davanti a lui sia un uomo, la voce talvolta  modula su toni  femminili, a tratti è sicuro si tratti di una donna, ma non riesce a mettere a fuoco le immagini. E’  come se vedesse attraverso uno schermo d’acqua.  Chissà dove sono gli occhiali, non li lascia mai. Strano.

Tranquillo, questa sensazione passa in fretta  –  continua l’altro – e scusami se vado dritto al punto, senza convenevoli, ma la situazione per me  sta diventando insostenibile, poi ti accompagno in giro –

Dimmi – si mette in ascolto.

Non riesco a star dietro a tutto, persone, contatti, azioni, cose da fare, ho bisogno di essere in mille posti diversi ed avere tutto a portata di mano, mi serve un’idea –  si interrompe.

Ma non è materia mia, ci vorrebbe Mark piuttosto, sai che è la sua specialità –  risponde cercando in tasca gli occhiali.

Per carità. Non è ancora il tempo di quel benedetto ragazzo.  Sai com’è fatto, ha un concetto  tutto  suo di privacy.  Mi  ci vedi a condividere tutto quello che so e faccio, magari a mia insaputa. Lui un giorno si sveglia e decide che va meglio così, che tutti possono conoscere tutto.  No grazie – conclude perentorio.

Capisco –  In realtà l’uomo con lo sguardo offuscato non comprende molto, ma  in compenso si sente meno stanco, anzi quasi bene, come mai negli ultimi mesi.
Il suo interlocutore racconta mille attività da tenere a mente, ma lui non vede più di un’ombra sfocata. – Scusa ma non ti vedo bene, non si può fare un po’ più di luce

Non preoccuparti, tra un attimo passa  –

Ora ho io una domanda –  l’uomo continua a stuzzicare la barba inesistente e si guarda attorno prima di parlare.

Spara

Sei chi io credo tu sia? –

Tu che dici? Sei tu  il visionario, quello capace di guardare oltre…-
Steve  sorride. Eh già…

Dici che si può fare un cloud? 

Steve  sorride di nuovo.
Certo che si può.

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PAOLA GIANNELLI

Pugliese d’origine, milanese d’adozione, mamma, moglie e blogger (Parla con noi di Repubblica D e Stavo Giusto Pensando) ho sviluppato il mio percorso professionale all'insegna della curiosità e delle nuove opportunità. Ho iniziato la mia carriera come ricercatrice economica nel settore dell’economia agroalimentare presso il centro studi Nomisma subito dopo il conseguimento del master in International business administration negli Stati Uniti, per poi approdare alla consulenza direzionale di tipo strategico in CAP GEMINI Ernst & Young. Sono ora consulente indipendente, specialista in internazionalizzazione delle imprese del Made in Italy sui mercati esteri, asiatici in particolar in particolar modo, e annovero un passato da globe trotter per necessità (dagli Stati Uniti, Brasile e Argentina, alla maggior parte dei Paesi del Sud-est asiatico, passando per l’Europa). Precocemente attratta dalla scrittura che mi ha portata a buttare giù appunti e storie sui supporti più disparati (dagli scontrini del supermercato, ai sacchetti del pane, al palmo delle mani). Negli ultimi anni ho sviluppato una seconda focalizzazione professionale partita con l’adesione al progetto di Ellerì.

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