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Storia

Orologiaio ebreo anarchico e comunista

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Samuel Schwartzbard

 

La mattina del 25 Maggio 1926, Simon Petliura, capo indipendentista ucraino esiliato a Parigi, fu abbattuto da alcuni colpi di pistola mentre passeggiava per la rue Racine. Lo uccise Samuel Schwartzbard, ebreo rivoluzionario anarco-comunista, naturalizzato francese e invalido di guerra.

 

Samuel Schwartzbard aveva voluto far pagare a Petliura i bestiali pogrom antisemiti di cui si era reso responsabile tra il 1918 e il 1919, nel periodo in cui presiedette a Kiev la Repubblica popolare Ucraina, appoggiata dalla Polonia contro i bolscevichi e i russi bianchi. Cacciato dalla Armata Rossa, Petliura si era rifugiato in Polonia e infine a Parigi. Qui Schwartzbard consumò la vendetta.

 

Samuel veniva da una famiglia di orologiai. Era nato nel 1886 à Izmaïl nell’ Impero russo, regione ucraina. Fin da giovane si era legato al gruppo rivoluzionario ebraico ‘Funk’, vicino alla ‘Iskra’ (la scintilla), l’organo di stampa diretto da Lenin. Partecipò ad azioni di autodifesa ebraica, conobbe il carcere durante la rivoluzione del 1905, poi l’esilio in Austria e la condanna ai lavori forzati per avere tentato rapine ed espropri. Espulso dall’Austria Ungheria, si era installato a Parigi nel 1910 dove si arruolò nella Legione straniera allo scoppio della Prima guerra mondiale. Gravemente ferito in battaglia, aveva perduto un braccio, e venne decorato al valore.

 

Nel 1917, all’annuncio della rivoluzione in Russia, Schwarzbard si recò nel paese d’origine mettendosi al servizio della Guardia Rossa durante la guerra civile. Fu inviato in Ucraina come comandante di uno squadrone di cavalleria ebraica collegato alla famosa ‘armata a cavallo’ del generale Kotovsky.

 

Per due anni egli affrontò in combattimento i nazionalisti ucraini di Petliura e le armate ‘bianche’ di Demikin e Wrangell. Gran parte della sua famiglia venne sterminata dagli indipendentisti antisemiti autori di pogrom.

 

Entrato in polemica con il bolscevismo leninista, Schwarzbard se ne tornò a vivere in Francia. A Parigi, riprese a fare l’ orologiaio, operò nel movimento anarchico ed ebraico, in mezzo agli emigrati russi e ucraini, tra quali il rivoluzionario Machno. Riuscì ad ottenere la nazionalità francese nel 1925 e un anno dopo tese l’agguato a Petliura. Schwarzbard venne arrestato ma per lui intervenne subito una rete protettiva, dall’ avvocato Henry Torres, al giornalista Bernard Lecache, fondatore della ‘Lega contro i Pogrom’ (cui aderì Albert Einstein) che poi diventerà la LICRA odierna.

 

Il 18 ottobre 1927, Schwarzbard fu rimesso in libertà come non colpevole del crimine che lui stesso aveva rivendicato, malgrado i servizi segreti tedeschi avessero segnalato che egli era molto probabilmente un agente dalla Ghepeù, e malgrado le proteste dell’opinione pubblica di destra ( la Francia, si disse, non voleva per nessuna ragione al mondo essere coinvolta in un nuovo ‘affaire Dreyfus’)…

Samuel Schwarzwald continuò da uomo libero la sua azione contro l’antisemitismo fino a quando non pensò di entrare in Palestina. Qui il governo inglese gli sbarrò il passo e non gli permise di entrare. A quel punto, egli decise di emigrare in Sud Africa nel 1937 non senza continuare nella sua attività di propaganda. Scrisse libri di poesia in lingua Yiddish e cercò di creare una enciclopedia del dialetto ebraico centroeuropeo. Morì a Città del Capo per una crisi cardiaca il 3 Marzo 1938.I suoi resti vennero inumati nel 1967 in Israele, dove è considerato un eroe della causa ebraica, per avere vendicato le migliaia di ebrei e zigani fatti ammazzare dagli ‘indipendentisti ucraini’ di Simon Petliura,

 

Simon Petliura

Simon Petliura

 

 

DUCCIO TROMBADORI

Duccio Trombadori. Nato a Roma nel 1945, figlio e nipote d’arte, dal padre Antonello e dal nonno Francesco ha ereditato la passione per la politica e la pittura. Laureato in Filosofia, è stato giornalista, critico d’arte, saggista, docente di estetica alla università di Architettura di Roma. Ha iniziato a scrivere d’ arte su ‘L’Unità’ alla fine degli anni Settanta, ha continuato in seguito su ‘Rinascita’, ‘Panorama’, ‘Il Foglio’, ‘Il Giornale’, e sul Tg3. Esperto d’ arte italiana del ‘900, ha diretto una rivista d’arte (‘Quadri&Sculture’, 1993-1998) ed ha curato monografie di Mario Mafai, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Mario Schifano, Mario Ceroli. Tra il 1993 e il 2013 ha collaborato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, di cui è stato consigliere di amministrazione. E’ stato più volte consigliere di amministrazione della Quadriennale di Roma. E’ autore di un libro- intervista con Michel Foucault (1982) e di una biografia ragionata di Gino De Dominicis (2012) . Un suo libro di versi (’Illustre Amore’, 2007) è giunto finalista al Premio Viareggio. E’ pittore di piccoli paesaggi di gusto ‘novecentesco’ che ha esposto a Parigi e Roma tra il 1990 e il 2014.

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