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Per Facebook muori a cent’anni

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Foto Stefania Trifoni Astrazioni

Foto Stefania Trifoni

Sulla bacheca puoi incollare vecchie foto, condividere con gli amici la nostalgia dei bei tempi andati, ridere di come ti vestivi e delle forme bizzarre che imponevi allo scalpo.

Puoi ricordare ciò che accadde ieri e celebrare quel che accadde l’altro ieri.

Spesso si accende il quadratino rosso in alto a destra e scopri che c’è uno spettro che ti insegue. Hai paura che proferisca la sentenza «Dispera e muori» e giuri a te stesso che domani nella battaglia non penserai a lui, al “nuovo”, vecchissimo amico.

Facebook è un pettine a denti larghi o stretti – dipende dall’uso che ne fai – liscia la tua memoria e quella collettiva trattenendo i fili per il breve tempo dell’aggiornamento.

È un contatore. E se vai a ritroso, con un po’ di pazienza, ti mostra gli anni che hai speso a rimpiangere il tempo che fu – 2014, 2013, 2012… fino a giungere al tuo battesimo a bande azzurre, al momento in cui ti sei affacciato alla finestra e hai fatto click. Ma non va oltre.

Il che non vuol dire che tu non esista prima del tuo account. Puoi scegliere identità doppie e triple, dar fondo alle tue fantasie onomastiche, inventarti il passato che più ti piace, buttare via la chiave dell’armadio e dimenticarti degli scheletri.

Poi sulla Home compare la pubblicità della lozione per capelli o del sito per la ricerca dell’anima gemella, e scopri che Facebook sa di te più di quanto tu volessi far sapere. Non puoi mentirgli, a meno che tu non vi sia costretto.

È quanto accaduto a Edythe Kirchmaier. Ha compiuto 105 anni. Benché signora, è giunta a un’età per la quale togliersi gli anni è un vezzo inutile. La vegliarda è stata costretta a mentire sull’età, perché per Zuckerberg & Company puoi campare 100 anni, ma non di più!

 

Nota – Ora, grazie alla signora ultracentenaria, il sistema di registrazione è stato aggiornato: per Miss Edith gli ingegneri di Facebook prevedono altri quattro anni di vita, per tutti gli altri che toccheranno la soglia dei cento, giusto nove anni in più!

 

 

Le ultracentenarie scrivono a Mark Zuckerberg.

 

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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