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Quando la Rai regalò il Quirinale al Quirinale

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La consegna del dipinto Quirinale sotto la neve

Il 25 ottobre 2006 il Presidente Rai fece omaggio al Presidente della Repubblica di un dipinto. Non ricordavo l’episodio; avrei dovuto perché in quel periodo ero io il presidente Rai. Ieri “Il FattoQuotidiano” lo ha rievocato in un articolo sugli sperperi della Rai in regali. L’Ufficio stampa del Quirinale ha tempestivamente informato che il dipinto in questione si trova al Quirinale, come è ovvio per i doni ricevuti dal Capo dello Stato. Patrimonio pubblico, dunque; nessuno sperpero.

Infastidito per il vuoto di memoria ho cercato di ricostruire l’episodio e oggi posso fornirne particolari che, forse, presentano qualche interesse. Napolitano andò a Torino per una visita la cui occasione era celebrare la Giornata Internazionale dell’ONU presso lo Staff Center dell’ONU che ha sede in quella città. Lì, nel corso di un convegno sul tema del “lavoro forzato” e del traffico degli esseri umani, il Presidente della Repubblica svolse un importante intervento.

Il programma, già prima che si prevedesse la partecipazione del Capo dello Stato, comprendeva un concerto nell’Auditorium Rai; che il 19 gennaio 2006, con l’esecuzione della Sinfonia numero 2 di Gustav Mahler era stato “reinaugurato” dopo una ampia ristrutturazione. All’inizio del 2007, a cinquant’anni dalla morte, sarebbe stato intitolato ad Arturo Toscanini che a Torino, e in quella sala, aveva iniziato il suo tragitto musicale.

Quando si seppe che sarebbe stato presente anche il Capo dello Stato l’occasione acquistò rilievo ulteriore. E sorse subito l’idea di fargli un omaggio. Sarebbe stato lo stesso con la Regina d’Inghilterra, il Santo Padre, il Presidente USA o qualunque altra personalità analoga. Furono mobilitate le persone più esperte di cui l’azienda disponeva; e fu scovato il dipinto del pittore russo Potchek del 1907. Si imponeva all’attenzione non per l’autore ma per il soggetto: “Il Quirinale sotto la neve”. Per di più, il quadro, proveniente dalla collezione di Maria Beatrice di Savoia, porta il timbro dell’archivio Savoia, e i sabaudi furono inquilini del Colle dopo i Pontefici e prima dei Presidenti repubblicani. Darlo al Capo dello Stato a Torino aveva un sapore tutto particolare.

La consegna avvenne prima che iniziasse il concerto, dopo il saluto che rivolgemmo dal palcoscenico, a orchestra schierata, io e Staffan De Mistura, direttore dello Staff Center dell’ONU a Torino, davanti a circa 1500 persone; quella sera la sala era gremita. No, non era proprio un regalo personale a Napolitano “deciso” come scrive “Il Fatto” da Petruccioli. Era la Rai che rendeva omaggio, a Torino, in una occasione molto significativa, al Presidente della Repubblica e alla sede della Presidenza. Lo si vede benissimo anche dalla foto.

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CLAUDIO PETRUCCIOLI

Nella vita ho fatto molte cose, ho avuto esperienze diverse, ho conosciuto tantissime persone; alla mia età (sono nato nel 1941) possono dirlo più o meno tutti. Mi piacciono molto le esplorazioni di luoghi poco frequentati perché i più preferiscono evitarli Ci sono stati momenti in cui sono stato “famoso”. Ad esempio nel 1971 quando a L’Aquila ci furono moti per il capoluogo durante i quali furono devastate le sedi dei partiti, compresa quella del Pci, di cui io ero segretario regionale. Ma, soprattutto, nel 1982 per il cosiddetto “caso Cirillo”, quando l’Unità pubblicò notizie sulle trattative fra Dc, camorra e servizi segreti per la liberazione dell’esponente campano dello scudo crociato sequestrato dalle BR. Io ero il direttore de l’Unità e mi dimisi perché usammo un documento “falso”; che, però, diceva cose che si sono dimostrate, poi, in gran parte vere. Sono stato in Parlamento e nella Segreteria del Pci al momento in cui cadde il Muro di Berlino, e anche Presidente della Rai. Con queste funzioni sono stato “noto” ma non “famoso”. La fama te la danno i media. Io, durante il caso Cirillo, ho avuto l’onore di una apertura su tutta la prima pagina de La Repubblica: “Petruccioli si è dimesso”. Quanti altri possono esibire un trattamento del genere? PS = Una parte di queste avventure le ho raccontate in “Rendiconto” (Il Saggiatore) e “L’Aquila 1971” (Rubbettino)

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