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Storia

Quando posai per il libro della scrittrice ebrea

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L'Autore bambino sulla copertina del libro di Anna M. Jokl - 1951

Roma, 1951: quando posai per la copertina di un libro che uscì per le Edizioni di cultura sociale, editrice vicina al PCI. La fotografia la scattò Plinio De Martiis, che di lì a pochi anni avrebbe dato vita alla Tartaruga, famosa galleria d’arte romana che fu anticipatrice delle correnti contemporanee (Pop Art, arte concettuale, ecc…) degli anni Sessanta.
Ero un ragazzino, condotto a quella posa da mio padre Antonello, che dirigeva allora varie operazioni culturali del PCI. Mi dissero che dovevo mostrare disappunto per il ‘colore di madreperla’ (titolo del libro) versato su un quaderno.
La foto riuscì bene poiché in verità ero molto seccato dalla lunghezza dei tempi di posa e dal numero degli scatti che mi fece Plinio (lui aveva allora una Agenzia fotografica e collaborava con un altro eccellente fotografo comunista, Mario Garrubba).
Erano tempi di ‘guerra fredda’ e il libro di Anna Maria Jokl suonava un po’ come tendenza sperimentale di una editoria per ragazzi illuminata dai temi della psicologia dell’infanzia ed altro, a sfondo sociale e libertario. La scrittrice ebrea era un tipo indipendente e originale a metà strada nella demarcazione culturale, politica e ideologica tra Europa dell’ Est e dell’ Ovest.
Soltanto oggi dopo più di 50 anni, mi rendo conto di quanto fosse importante e originale anche quella pubblicazione in Italia, ispirata dal PCI, visto che la Jokl non era proprio ben vista in quei frangenti nel ‘campo socialista’.
Anna Maria Jokl (1911- 2001 ) fu scrittrice, giornalista e psicoterapeuta ebrea-austriaca. Fu autrice di film sperimentali nella Germania di Weimar ma nel 1933 con l’arrivo di Hitler emigrò in Cecoslovacchia dove scrisse e pubblicò (1937) libri per bambini, tra cui ‘Il colore di madreperla’.
Quando la Cecoslovacchia fu annessa al Terzo Reich hitleriano la Jokl fuggì in Inghilterra dove lavorò come psicoterapeuta in una casa per bambini ebrei rifugiati. Ma il romanzo ‘Il colore di madreperla’ rivide la luce solo nel 1948, pubblicato a Berlino Est; se ne sarebbe dovuto ricavare un film, che però non fu mai realizzato poiché la Jokl venne allontanata dalla Germania Est, senza una chiara spiegazione (ma verosimilmente perché in sospetto di tendenze ‘sioniste’).
Dal 1951 al 1965 Jokl visse e lavorò come psicoterapeuta e pubblicista a Berlino Ovest, fino a quando non si trasferì a Gerusalemme nel 1965. Fece parte dell’Associazione degli scrittori di lingua tedesca in Israele. Continuò a scrivere testi autobiografici e di studio psicoterapeutico fino alla fine dei suoi giorni a Gerusalemme, alla età di 90 anni.

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DUCCIO TROMBADORI

Duccio Trombadori. Nato a Roma nel 1945, figlio e nipote d’arte, dal padre Antonello e dal nonno Francesco ha ereditato la passione per la politica e la pittura. Laureato in Filosofia, è stato giornalista, critico d’arte, saggista, docente di estetica alla università di Architettura di Roma. Ha iniziato a scrivere d’ arte su ‘L’Unità’ alla fine degli anni Settanta, ha continuato in seguito su ‘Rinascita’, ‘Panorama’, ‘Il Foglio’, ‘Il Giornale’, e sul Tg3. Esperto d’ arte italiana del ‘900, ha diretto una rivista d’arte (‘Quadri&Sculture’, 1993-1998) ed ha curato monografie di Mario Mafai, Francesco Trombadori, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Mario Schifano, Mario Ceroli. Tra il 1993 e il 2013 ha collaborato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, di cui è stato consigliere di amministrazione. E’ stato più volte consigliere di amministrazione della Quadriennale di Roma. E’ autore di un libro- intervista con Michel Foucault (1982) e di una biografia ragionata di Gino De Dominicis (2012) . Un suo libro di versi (’Illustre Amore’, 2007) è giunto finalista al Premio Viareggio. E’ pittore di piccoli paesaggi di gusto ‘novecentesco’ che ha esposto a Parigi e Roma tra il 1990 e il 2014.

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