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Quella faccia un po’ così

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Sono un pendolare del fine settimana. Sono nato a Genova e torno sempre al mare. Non fraintendetemi, non ho l’istinto dei salmoni, però al venerdì desidero profumo di basilico e caruggi. Il basilico di Genova è molto delicato, i vicoli proprio profumati non si possono definire. È un dato di fatto: abbiamo immenso amore per il degrado e la decomposizione. Una volta nella vita, a Zena, bisogna passarci perchè è un luogo di primati sconosciuti. Ascoltate questo incompleto novero. Qui nacque il Partito Socialista e, l’anno seguente, la prima squadra di cricket & football d’Italia ma, non facciamo facile ironia, i due eventi non erano collegati. A Genova si possono tuttora vedere: il centro storico medioevale più esteso del mondo, il faro più alto del mondo, la fontana con la più grande vasca di bronzo, al mondo, fatta in un’unica fusione, il cimitero monumentale più importante d’Europa oltre a un grande zoo fatto di soli pesci! Abbiamo una chiesa, di gesuiti, il cui altare maggiore è dedicato al quadro di una circoncisione e, per contro, una sinagoga dove luccicano delle “non permesse” icone create da Emanuele Luzzati. In Cattedrale si conservano il Santo Graal e le ossa di San Giovanni Battista. Si possono visitare: la torre del vincitore della prima crociata Guglielmo l’Embriaco, che in dialetto significa ubriaco, così come la Casa de Cristobal Colòn . In centro è situata la casa di Mazzini e, nella stessa, si conserva la partitura originale dell’Inno d’Italia dei concittadini Da Novaro e Mameli. La residenza di Paganini non esiste più: fu abbattuta negli anni ’60, gli amministratori di allora non amavano la musica, però il suo violino è custodito nel vecchio municipio; la chitarra di De André è, invece, esposta in via del Campo. Nella Storia della vecchia city i soldi, da sempre, hanno importanza. Per denaro vendemmo la Corsica ai francesi e la bandiera cittadina alla marina britannica. In tema di finanza si perfezionarono, nelle ricche stanze di nascosti palazzi, idee quali: banca, borsa, prestito, interessi, cambiale; simpatiche iniziative che contribuirono alla fama di spilorceria.
Ora mi domando: con tutte queste miracolose reliquie laiche e religiose perché, per lavorare, devo andare a Milano? Ho il dubbio che, in risposta, il cimitero più grande d’Europa sia un sarcastico suggerimento.

DIEGO C. de la VEGA

… l’ex-moglie (probabilmente l’ultima) lo definisce “un delinquenteeeee!”. I più non lo reggono oltre gli 11 minuti, ma per i pochi che hanno sopportato con benevolenza i suoi difetti: De la Vega è una persona d’oro! Ha vissuto dividendosi tra Madrid, l’ex Repubblica di Genova per approdare a colonizzare, attualmente, il sub-Piemonte. Autentico fantasista, ha svolto innumerevoli attività. Filoenologo, musicista, cuoco-pop, musicoterapeuta pentito, ex politico in erba, sartina-smart, giusperito incompiuto, lobbysta, elettricista, falegname, idraulico, appassionato d’arte contemporanea, genio dell’informatica fai-da-te. Ama la musica antica e le opere di Philip Glass saltando a piè pari tutto l’800 che trova disgustoso. Un uomo meraviglioso se non fosse per un solo piccolo difetto: riesce a volgere tutte queste sue doti in armi letali con cui produce catastrofi inimmaginabili pur non volendo! I suoi insegnanti delle scuole elementari, capendone il valore, dopo il classico “è intelligente ma non si applica” lo promossero a un definitivo: è una Mancata Promessa! Attualmente, non volendo farsi mancare nulla, si è dato anche alla scrittura essendo stato ospitato su LaRivistaintelligente.it dalla benevolenza di Giovanna Nuvoletti, e pubblicando racconti in due antologie di Edizioni2000diciassette, grazie all’invito di Maria Pia Selvaggio che, chissà come, lo ha scoperto. .DeLaVega si chiama Diego e non è uno scherzo cosi come è vero quanto detto sopra.

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