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Storia

Sarai Romana

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Dialogo immaginario con la bella abissina di “Faccetta nera

– C’è stato un tempo in cui il tricolore sventolava per te, bella abissina.

– Ah, sì, ricordo bene. Volevano liberarmi dalla schiavitù e portarmi a Roma.

– La meravigliosa Fougez negli spettacoli che ti dedicava al teatro Quattro Fontane di Roma, quando comparivi in catene, non esitava a romperle per donarti la libertà.

– E a farmi poi indossare una camicia nera. Come posso dimenticare gli applausi che riscuoteva la sua compagnia, soprattutto quando intonava: Se tu dall’altipiano guardi il mare, moretta che sei schiava fra gli schiavi / vedrai come in un sogno tante navi. Quando saremo insieme a te, noi ti daremo un’altra legge e un altro Re! Belle leggi mi avete dato…

– Alludi a quelle razziali?

– Quelle vennero dopo…

– A quali allora?

– Non ricordi come si eccitavano gli animi quando cantavano “la nostra legge è schiavitù d’amore”.

– Che c’è di male nella “schiavitù d’amore”

– Rileggi il libro Femina somala che Mitrano Sani scrisse nel ’34. Riferendosi alla sua amante del Corno d’Africa, scriveva: “Elo non è un essere, è una cosa […] che deve dare il suo corpo quando il maschio bianco ha voglia carnale”. Ecco cos’era la schiavitù d’amor per le faccette nere.*

– Però ti hanno dedicato una bella melodia, una marcetta allegra e trascinante.

– Ah sì!? Ricordo bene l’autore della musica, Mario Ruccione, fu accusato di plagio e perse la causa. Il ritornello era ispirato alla musica composta dall’attore Gustavo Cacini, intitolata “La vita è comica presa sul serio…”.**

– In effetti, la canzone che ti hanno dedicato ha avuto qualche problema…

– Ha causato più di una preoccupazione al regime fascista che è intervenuto prima a censurarla e poi ad oscurarla.

– Censurarla e oscurarla? Ma se è una delle canzoni più amate dai fascisti.

– Ma odiata da Mussolini, che non tollerava l’idea che si inneggiasse all’unione tra le “razze”. Il regime volle che i versi riferiti alla disfatta di Adua fossero sostituiti e, affinché della canzone si perdesse il ricordo, ne promosse un’altra intitolata “ Faccetta bianca”, nella speranza che avesse successo. Forse temeva che il maschio italiano si sarebbe innamorato della faccetta nera, l’avrebbe sposata e avrebbe fatto dei figli: gli italiani dovevano avere figli solo dalle faccette bianche…

– Ma oggi cantano ancora la tua canzone…

– Cantano davvero “Faccetta nera, sarai Romana / La tua bandiera sarà sol quella italiana “?


“Faccetta nera” testo e musica

“Faccetta Bianca” testo e musica

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ROBERTO CALVINO

Ha conseguito la laurea in lettere moderne, discutendo una tesi in storia della critica d’arte con Maria Luisa Dalai Emiliani. Ha collaborato con Roberto Leydi e Michele Straniero su temi riguardanti la cultura delle classi subalterne. E’ stato corrispondente dall’Italia per “La strada”, rivista pubblicata in Olanda. E’ stato docente di lettere nella scuola secondaria. Principali mostre a cui ha partecipato con lo pseudonimo di Felix Danton o con il proprio nome: Echi Urbani, Amarillo Art Gallery Reggio Emilia 2009; Immagina Arte. Reggio Emilia, 2009; San Quirico D’Orcia. Palazzo Chigi. Demone a ciascuno il suo sogno, 2010; Cortecce e Simmetrie. Sestante, Gallarate 2011; Carù. Parole suoni immagini. Riflettere. Sacrestia della chiesa monumentale di San Marco, Milano, 2012; Rive gauche/ droit en Anniviers, Festival dédié à la photographie d'auteur et de montagne. Grimentz, 2012; Da legno a segno " Spazio Ostini, Cuirone, 2014; 15 ème festival européen de la photo de nu, " Corps et texte ", Arles, 2015; Dalle parole alle immagini, dalle immagini alle parole, Gallarate, spazio Carù Museo Maga, 2017.

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