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Se non ci credi….

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Roma Piazza Venezia - La lupa capitolina in versione "ars topiaria"

Negli anni felici dell’infanzia, un’unica, anziana zia stravedeva per me. Zia Secondina, così si chiamava, conosceva mille filastrocche e me le recitava tutte, instancabile. Poesiole di una volta, roba di prima della guerra, capace di passare indenne sotto dittature, bombe e distruzioni per divertire generazioni di bambini. Una finiva così: “Se non ci credi, vallo a vedé!”
Ci pensavo ieri, accingendomi come ogni sera ad attraversare il cuore di Roma, la leggendaria piazza Venezia, provenendo dal Campidoglio. A chiunque capiti di passare di là, sballottato qua e là sulle ruote dello scooter (o dell’auto, non fa differenza), accade di scorgere, sullo sfondo, l’incongrua sagoma di un tapiro verde piazzato sopra una specie di catafalco. E’ il grottesco simulacro della nobile Lupa, intenta ad allattare non i nostri avi Romolo e Remo, ma due piccoli cespugli. In mancanza d’altro, questa è la grande novità della primavera romana, offerta dal Comune.
Ma il punto è un altro. Il punto è che, distolto lo sguardo dal tapiro, allo stanco viandante motorizzato, si parano ex abrupto davanti dei fantasmi.
Sappiate che essi sono turisti. Essi tentano di attraversare la trincea che li separa dall’immenso, abbagliante monumento marmoreo totalmente avviluppati dall’oscurità. Perché nulla li illumina, se non il grande spirito di Roma Eterna, mentre indovinano, terrorizzati, strisce dipinte forse al tempo del conte Tacchia e mai più rinnovate. Il buio è totale, angosciante, i fantasmi si muovono incerti, assumendo l’identica espressione di quella donna che urla disperata, nel famoso quadro di Munch.
Sappiate che, se mettete sotto qualcuno di quegli sventurati innocenti, nessun tribunale potrà condannarvi, nemmeno il Tar.
Se non ci credi, vallo a vedé.

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