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Costumi

Semana Santa a Siviglia

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Funzione pasquale a Siviglia

Un’altra vita.
Penitenti incappucciati con vesti di diverso colore.
Odore di incenso fortissimo, inebriante.
Bimbi che si insinuano tra fedeli e penitenti, sgusciando tra le gambe della folla implorano: “Nazarenos! Caramelo, caramelo!!”.
Carri enormi per Madonne piangenti dai sontuosi manti ricamati. Guizzi d’oro, d’argento. Bagliori di ceri e fiaccole. Croci imponenti. Il peso straziante di una fede senza domande, sulle spalle di afasici penitenti, occhi enigmatici e piedi scalzi.
Donne in nero, le lunghe mantiglie appoggiate sugli alti pettini che fermano lucidi nodi d’ebano; tra dita febbrili, sgranano rosari preziosi: cristallo, oro, legni profumati.
Ascetiche cattedrali gotiche, opulente di interni barocchi che parlano di morte, accolgono le anime dei fedeli, con la fissità cupa dei santi in gran parata.
Cielo intensamente azzurro, sole sfavillante: aria leggera e greve, sfiora le guance e lascia un’umida carezza.
Profumo intenso di fiori d’arancio: zagare che stordiscono di sensualità.
Ovunque fiori lussureggianti, alberi giganteschi, secolari, esotici: nei parchi, nei giardini, nei patii – ombrosi e colorati di azulejas – nascosti dall’accecante candore delle case.
Strade tortuose si aprono improvvisamente su piazze e piazzette, giardini e chiese, monumenti di un passato che è morto e non lo sa. Archi lobati, porte moresche, labirinti africani.
Occhi severi scrutano, espressioni altere valutano, pronte ad escludere (con diffidente ritrosia) o ad accogliere (con riservata cortesia).
Bianche colombe si levano improvvise: stelle cadenti nel profondo turchino della sera, nelle ombre violacee della notte. E, nella notte, chitarre piangono o ruggiscono, tacchi segnano il ritmo violento della grandine, canti esplodono improvvisi come urla di ira o di passione.
Botteghe, bazar, bettole, locande: parole e accenti distinguono un abanico soltanto gracioso da un abanico de madera de artista, entallado e pintado a mano! Gli occhi si riempiono di forme e di colori. Le dita accarezzano mantillas di pizzo, trajes per flamenco, cuir marroquì, madera taraceato, ajedrez di ogni tipo e materiale, mosaicos piccoli e grandi, guitarras lucide e sinuose, come gli occhi ed il corpo di una donna bruna che balla al loro pianto.
Ma un sonno inquieto ora spegne ogni luce, smorza ogni suono, soffoca i sensi.
E’ la notte di un inverno lunghissimo.

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AGLAJA

Aglaja è una disegnatrice grafica, illustratrice, pittrice e vignettista con il vizio della scrittura, che si cela nei panni di Gabriella Corbo, insegnante di lettere. Per undici anni (dal 2003 al 2014) ha illustrato e disegnato vignette su blog e sito dello scrittore e giornalista Enzo Costa, sui suoi blog d’autore di Repubblica.it (dove ha tradotto in immagini i “Lanternini” di Enzo e ha tenuto una propria rubrica di vignette, “Domenicaglaja”) e dell’Unità.it (“Malumorismi”). Ha illustrato i libri “Rime Bacate”(Editori Riuniti), "Col senno di prima" (Editori Internazionali Riuniti), "Cercati col Lanternino" (Red@zione), tutti di Enzo Costa. Sempre con Enzo, ha partecipato al Festival Internazionale di Poesia di Genova 2012, con la proiezione di sue vignette che illustravano le rime dell’autore. Nel frattempo, diverse sue immagini “serie” cominciavano a essere esposte in mostre tematiche. Nel 2010 ha vinto il primo premio al concorso nazionale Sapete come mi trattano?, indetto dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per la categoria vignette, premio attribuitole dal Comitato d’onore, composto da esponenti di spicco del mondo della cultura (tra cui, per le vignette, Massimo Bucchi di Repubblica) e del movimento per i diritti delle persone con disabilità. Aglaja ha esposto le sue vignette, illustrazioni ed immagini, con i testi di Enzo Costa, nella mostra “Figuriamoci”, allestita al Muvita dal teatro Sipario Strappato di Arenzano (Genova), e nella mostra “Tra il dire e il disegnare c’è di mezzo il mare”, al Museoteatro della Commenda di Prè (Genova), una summa dei lavori della “ditta” EnzoCosta&Aglaja, sul tema del mare e dell’accoglienza, con divagazioni satirico-oniriche: è stata l’ultima, felice, occasione che ha visto insieme i “soci” Aglaja ed Enzo, mancato pochi giorni dopo l’inaugurazione. Dopo la scomparsa di Enzo Costa, Aglaja ha cessato la sua attività di vignettista satirica (salvo concedersi qualche “strappo”), preferendo dedicarsi alla pittura digitale, in cui fa vivere il suo mondo surreale. Ancora alla Commenda di Prè, Aglaja ha così inaugurato nel 2015 la sua prima personale su tela: “Come è profondo il mare”, gli abissi immaginari di una viaggiatrice statica. Del 2017 è il progetto “Scrittori liguri”, partito dall’idea di inventare ritratti impossibili di 19 grandi scrittori della Liguria partendo dalle loro parole. Il progetto si è concretizzato in un evento, “Equinozio delle Arti”, a Palazzo Tursi, e in una personale nel corso del Festival della Poesia di Genova, a Palazzo Ducale. Nel settembre dello stesso anno, si è inaugurata una nuova mostra al Museo del Mare di Genova dal titolo Fondali immaginari, dove le foto subacquee del fotogiornalista Adriano Penco sono state rivisitate dalla fantasia di Aglaja e dai suoi disegni surreali. Nel 2018 quattro opere di Aglaja su tela hanno fatto parte di Mosaic, a cura di Art Commission, un’installazione collettiva itinerante (in Italia e all’estero) a tema libero, che prende vita e forma assemblando i lavori degli artisti partecipanti. Ultimamente, Aglaja ha iniziato a sperimentare la serigrafia: i suoi disegni ora sono serigrafati su piastrelle, una tecnica che restituisce come non mai la luce e la brillantezza dei colori, così come sono preparati graficamente per lo schermo. Cura l’archivio dei lavori del suo socio, ne pubblica illustrandoli – sulle sue pagine social e su La Rivista Intelligente – brani e poesie inedite. Ha raccolto le poesie intimiste di Enzo Costa, uscite nel dicembre 2017 per Rayuela Editore, con un ritratto dell’Autore disegnato da Aglaja in copertina. Nel 2020 un suo disegno è stato scelto come copertina della raccolta di liriche "Poesie del Risveglio" di Simona Garbarino, ZONA Contemporanea 2020. Continua ad essere una prof. resistente e una disegnatrice/scrittrice impenitente. E viceversa.

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