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Storia di Selina

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Immagine di Aglaja

Per un accidente della vita ho conosciuto una ragazza straordinariamente bella, fiera. Quando l’ho incontrata era scalza, lunghissimi capelli di rame a smalto, denti perfetti per un sorriso dolce e irriverente. E una gonna nera fluttuante alle caviglie: una regina lontana.
Veniva dalla Russia, una storia tremenda: l’orfanotrofio, poi una amorevole coppia altoborghese che aveva adottato lei e il fratello.
Selina non era una figlia facile; aveva 25 anni, un talento artistico, ma la droga era stata una sirena potente fin dalla prima adolescenza. Comunità, uscite, ricadute, guai.
Selina era mamma di una bimba di pochi mesi, splendida come lei. Mostrava a tutti le foto di loro due, fiori accostati, il suo sguardo orgoglioso. Voleva farcela per sposare il papà della piccola, per riprenderla dal controllo dei servizi sociali.
Selina aveva voluto una mia vecchia felpa di “Dimensione Danza” e un giubbotto che mi avevano regalato. In cambio era stata generosa; un lavaggio sciagurato mi ha tolto due cachemire della sua mamma, ma il dolcevita nero e il gilet gipsy nocciola continuano a raccontarmi di lei.
Selina andò a San Patrignano.
La notizia della sua morte, data da un’amica, fu una lama. Da una breve di cronaca seppi che era scappata intorno a Natale e ritrovata una decina di giorni dopo in un vagone dismesso a Bologna. Overdose.
D’istinto affiorò lo sgomento, piccola, chissà quanto freddo. Il secondo pensiero fu che di certo aveva venduto il suo giovane magnifico corpo per comprare la morte che aveva sbriciolato i suoi progetti.
Ho odiato quegli uomini, figurandomeli maturi, insospettabili, di ritorno alle loro case linde dopo aver accompagnato per un pezzo della corsa verso il nulla la ragazza senza soldi, documenti e bagaglio, con soste in squallidi posti fuori mano.
Ho letto l’indulgente intervista allo schifoso ultraquarantenne che invece di portare Pamela alla comunità o a casa se l’è presa per 50 euro, complice degli eventi che ne hanno determinato la fine e lo scempio successivo
È di nuovo salito l’odio, quasi che Selina fosse morta un’altra volta.

selina3m

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SAMANTHA "SAM" ROSSIGNOLI

Samantha "Sam" Rossignoli, giornalista "in sonno" e insonne, libera pensatrice, anarchica, ama osservare e raccontare la commedia umana.

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