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Tutta colpa di Renzi

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Antipatico, arrogante, smorfioso e col collo corto. Sì, Renzi è così. E quindi quasi tutti lo odiano. Deve essere un mostro, visto da vicino e frequentato. Uno che ti tratta come una pezza da piedi anche se hai cinque lauree. Uno che non ti caga neanche di striscio, e neanche ti ascolta se gli parli. Dicono che se ci lavori insieme non lo sopporti. Per fortuna non lo conosco affatto, oltre al resto ha anche brutti nei in faccia, un naso da lepre, e una bocchetta striminzita che neanche Trump. Se lo vedi camminare, poi. Rigido come un baccalà, con quelle gambe da giraffa lunghissime e il torace cortissimo.
E neanche le sue continue faccette da becero fiorentino furbo mi ammaliano. I sinistri dicono che è di destra come Berlusconi, i destri gli danno del comunista. Hanno di certo ragione.
Secondo loro avrebbe trovato un’Italia paradiso terrestre, fiorente, piena di lavoro per tutti, senza un disoccupato, senza un politico disonesto, col pil che cresceva a mille all’ora, e l’avrebbe rovinata col governo suo e di Gentiloni. Quando era invece in piena crisi economica, col pil a meno 8 o roba del genere. E Renzi sarebbe riuscito a rimediare a qualcuno dei guai che avevamo? Ma no, ma no, lo dicono solo i piddini e qualche economista che non chiamano mai a parlare in tv.
Come non bastasse lo accusano, con tutta la famiglia, di essere un ladro e un mascalzone. Se qualcuno ha le prove delle sue nefandezze, o immondi segreti da svelare, che li metta sul piatto. Apertamente, con le prove. Così lo saprò anch’io.
Adessso, i legastellati al governo dicono che salveranno l’Italia, che faranno diventare ricchi tutti tranne i politici in pensione, che saremo tutti biologici e honesti, felici e ordinati, honesti, senza inquinamento, e senza industrie, honesti e privi dei cattivissimi immigrati che ci tolgono il lavoro di raccoglitori di pomodori… io aspetto
Eppure, se quel Renzi lo vedo in tv, o leggo qualcosa di suo, anche adesso, sono sempre d’accordo con lui, porca paletta. Io che mi sono iscritta al PCI nel 1971, e adesso sono di una sinistra moderatissima, sul liberale andante, vado d’accordo con lui. Delinea con esattezza quello che già io pensavo dovesse essere la sinistra moderna – da molto prima che lui spuntasse al PD. Qualche cazzata ne ha infilata, ma chi non ne ha fatte? Togliatti, De Gasperi, Berlinguer, Fanfani, Craxi, Bersani? A volte, cosa che mi capita di rado, sospetto che il ragazzo sia persino più intelligente di me. Ma non lo invidio. Lo trovo ridicolo, lo ammiro e mi fa un po’ pena.

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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