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Un anno dopo Renzi fa rtw

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Foto Nuvoletti

Sabato 16 giugno abbiamo pubblicato un editoriale di Giovanna Nuvoletti dal titolo Tutta colpa di Renzi Ancora a proposito di Renzi ci è giunta una lettera aperta a lui rivolta da parte di Sandro Petruccioli. La pubblichiamo perché alimenta una discussione che suscita interesse fra chi ci segue. Chi voglia prendervi parte può inviare le sue proposte all’indirizzo e-mail  giovannanuvoletti@gmail.com (La Redazione)

Caro Renzi, ho visto che ti sei ri-tweettato (si può dire?) per farci sapere che esattamente un anno fa, era il 16 giugno del 2017, avevi già capito tutto: era in corso il grande avvicinamento tra Lega e M5S.
Vedi, ho da poco superato i settanta e tutte le volte che mi scappa di dire “l’avevo già detto…” mi viene spontaneo mordermi la lingua. Per me, non c’è niente di peggio delle persone anziane che, in difficoltà con le traumatiche innovazioni del presente, si riparano dietro qualche consolatoria e, ahimè bugiarda, antica divinazione. Per chi fa politica è ancora peggio. Se avevi previsto l’arrivo di una catastrofe con tanta lucidità e così per tempo, come è possibile che tu abbia assistito all’inevitabile, senza mettere in campo iniziative, strategie o semplici alleanze per attivare qualche misura efficace di contrasto? O almeno per provarci?
Ma qui c’è qualcosa che non mi torna a rigor di logica, come si diceva un tempo. Si perché se soltanto ci fermiamo alla cronologia tra quel fine settimana di giugno e il terribile 4 marzo qualcosa c’è stato e di molto risolutivo. E non mi pare che all’epoca ti fossi già accomodato sul divano con una busta di pop corn per goderti lo spettacolo. Eri a pieno titolo, e con larghissimo consenso dei gazebo, segretario del Pd, e proprio in Parlamento durante l’estate si sarebbe messa a punto la riforma elettorale.
Non è dato sapere quale complessa attività di confronto e mediazione si sia svolta tra i gruppi parlamentari di Camera e Senato, quale sia stato il grado di coinvolgimento dei più alti organi di controllo costituzionale, i quali peraltro su una materia così delicata si erano più volte espressi ed erano comprensibilmente attenti. Sappiamo soltanto che da un Rosatellum 1 siamo passati a un Rosatellum 2, al quale è arrivato il sostegno del centro-sinistra e di buona parte del centro-destra, con una sola e significativa apposizione, quella dei grillini.
Il Rosatellum 2 è un ibrido venuto male; ma devo immaginare che dietro quella scelta vi fosse una ratio, e l’unica che riesco a intravedere, avendo puntato su una sorta di premio alle coalizioni, fosse quella di frapporre ostacoli al processo di riavvicinamento da te denunciato in giugno e quindi per scongiurare la nascita del governo da incubo. Male che fosse andata ci saremmo ritrovati per un quinquennio un governo di centrodestra un po’ meno berlusconiano. Insomma, mi pare di capire che si fosse optato per il male minore.
Ho apprezzato il tuo impegno in una campagna elettorale in prima linea, tutta a spiegare in giro per le piazze e i teatri i cento punti fatti e da migliorare, sempre con i piedi per terra e un occhio attento ai conti, e con lo slogan dell’ottimismo: “… saremo il primo gruppo in Parlamento”. Uno slogan però che sottintendeva una premessa: “Di sicuro non vinceremo (dove potremmo mai arrivare insieme a Emma Bonino e Riccardo Nencini, e con D’Alema, Bersani, Camusso che ce ne dicono di tutti i colori?), ma …”.
E qui arriviamo, caro Renzi, al punto in cui la logica difetta in rigore. Non la voglio fare troppo lunga anche perché ci sono un paio di domande che meritano comunque una risposta. Dopo tanta acuta lungimiranza, dopo l’adesione sofferta a un modello elettorale sgradito, perché mai a urne appena chiuse: a) ci siamo affrettati a ribadire che quella del centro-destra era un’alleanza destinata a sciogliersi come neve al sole; e b) ad affermare che chi ha vinto, cioè Di Maio e Salvini, ora hanno l’obbligo di governare e soprattutto di farci vedere quello che sanno fare? Ecco, caro Renzi, ce lo stanno facendo vedere.

PS – Dopo aver riletto la letterina mi viene un dubbio: non è che in realtà il tuo tweet fosse rivolto soprattutto a criticare quegli intellettuali-cantanti-attori-commentatori già propensi ad accreditare il M5S come una costola della sinistra? Non è che già avvertivi i cedimenti di una parte del Pd che si sarebbero manifestati di lì a un anno nello studio del Presidente Fico? In tal caso, il difetto del rigore sarebbe più contenuto. Ma ti chiedo: dovremo aspettare, il prossimo ottobre, la Leopolda 9 per conoscere finalmente dal ‘rottamatore’ Renzi cosa sia successo nel Pd tra il 25 aprile e il 1 maggio e cosa rese inevitabile la tua clamorosa uscita da Fazio per arrestare una deriva forse fatale?

renzirt

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SANDRO PETRUCCIOLI

Sandro Petruccioli è nato nel 1947, si è laureato in fisica con lode nel 1971 all’Università di Roma. Ha insegnato prima alla Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria e dal 2005 alla Facoltà di scienze della formazione dell’Università dell’Aquila. Dal 1992 al 1999 ha ricoperto l’incarico di Preside della Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. Le sue ricerche riguardano la storia della fisica tra Otto e Novecento con particolare attenzione alle origine della fisica atomica e ai fondamento concettuali e interpretativi della meccanica quantistica. A questi temi e all’opera di Niels Bohr ha dedicato saggi e monografie. Ha lavorato in Treccani come autore e collaboratore per trentasette anni, dal 1971 al 2008. Ha pubblicato "Atomi metafore paradossi. Niels Bohr e la costruzione di una nuova fisica" per l'editore LeLettere e "La mia Treccani" per Europa edizioni.

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