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Un mondo a sé

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Immagine di Sabrina Suadoni

 

Barbara Giustini, alta, bella, sexy, la testa coronata da una chioma selvaggia, è una giovane chirurga ambiziosa. Decide di entrare a far parte di un istituto oncologico di avanguardia. Reparto di senologia. Una sfida scientifica e umana, che la colpisce e la fa maturare, come donna e come medico.
Il male dentro è un libro semplice e complesso. Profondo. Necessario. Racconta le storie di sani e malati, di sani con paure e malati che guariscono – e delle anime che se ne vanno. Racconta anche le storie dei dottori: che curano i malati, ci si affezionano, o cercano di non legarcisi troppo, che si innamorano fra di loro, che si illudono, cercano di esorcizzare la morte, si ammalano anche loro. I chirurghi non sono potenze soprannaturali, sono esseri umani coi loro sbagli, le loro meschinità, i loro sogni. Con le loro enormi responsabilità, che a volte cercano di scordare gettandosi nei pettegolezzi, nel sesso sfrenato, nella vita e nei suoi piaceri banali. Il cancro però è sempre il protagonista, anche quando non se ne parla.
Si esce dalla lettura del romanzo di Maria Giovanna Luini con qualche sorriso e parecchie lacrime. Con rabbia e con speranza. Cambiati, però, cambiati per sempre. Perché quel reparto è, sì, un mondo a sé, tra dolore e ricerca scientifica d’eccellenza, isolato dalla normale vita di tutti i giorni, ma tocca tutti noi, e ci ricorda con fermezza cosa conta davvero, e cosa no.


Il male dentro
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di MariaGiovanna Luini

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GIOVANNA NUVOLETTI

Sono nata nel 1942, a Milano. In gioventù ho fatto foto per il Mondo e L’Espresso, che allora erano grandi, in bianco e nero, e attenti alla qualità delle immagini che pubblicavano. Facevo reportage, cercavo immagini serie, impegnate. Mi piaceva, ma i miei tre figli erano piccoli e potevo lavorare poco. Imparavo. Più avanti, quando i ragazzi sono stati più grandi, ho fotografato per vivere. Non ero felice di lavorare in pubblicità e beauty, dove producevo immagini commerciali, senza creatività; ma me la sono cavata. Ogni tanto, per me stessa e pochi clienti speciali, scattavo qualche foto che valeva la pena. Alla fine degli anni ’80 ho cambiato mestiere e sono diventata giornalista. Scrivevo di costume, società e divulgazione scientifica, per diversi periodici. Mi divertivo, mi impegnavo e guadagnavo bene. Ho anche fondato con soci un posto dove si faceva cultura, si beveva bene e si mangiava semplice: il circolo Pietrasanta, a Milano. Poi, credo fosse il 1999, mi è venuta una “piccolissima invalidità” di cui non ho voglia di parlare. Sono rimasta chiusa in casa per quattro/cinque anni, leggendo due libri al giorno. Nel 2005, mi sono ributtata nella vita come potevo: ho trovato un genio adorabile che mi ha insegnato a usare internet. Due giovani amici mi hanno costretta a iscrivermi a FB. Ho pubblicato due romanzi con Fazi, "Dove i gamberi d’acqua dolce non nuotano più" nel 2007 e "L’era del cinghiale rosso" nel 2008, e un ebook con RCS, "Piccolo Manuale di Misoginia" nel 2014. Nel 2011 ho fondato la Rivista che state leggendo, dove dirigo la parte artistico letteraria e dove, finalmente, unisco scrittura e fotografia, nel modo che piace a me.

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