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In 10 righe

Una poesia scritta sul legno

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Foto Luigi Trani

Mio nonno sapeva leggere e scrivere. Per sua moglie scrisse una poesia d’amore. Le costruì il letto di nozze. Una testiera altissima come la prua di una barca, impiallacciata con venature a specchio. La pediera bombata e lucida era la poppa di un piroscafo. Lungo le cornici correva un intarsio, liscio come se fosse dipinto. Un nastro si avvoltolava mostrando il verso. S’incrociavano essenze diverse che si alternavano sempre uguali, come se lui avesse voluto dirle: non dimenticarlo, i nostri giorni insieme saranno così, alcuni chiari, altri più scuri, ma quel che li tiene assieme è questo disegno che si ripete con infinita pazienza. Mio nonno scriveva poesie.

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SALVATORE RONGA

Nacque a bordo di un’isola nel golfo di Napoli, Ischia. Sbarcò raramente, così da poter attribuire al rollio ogni tormento esistenziale. Sperimentò varie forme di gastrite. Perse i capelli, ma non perse tempo a raccoglierli. Amò più di quanto i suoi amici sospettassero e odiò molto meno di quanto i suoi nemici avessero creduto. Venne alla luce il 13 luglio 1969 e da allora non fa che scrivere e riscrivere il suo epitaffio.

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