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Una vita intera, tra cinema e letteratura

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Una vita intera, edito da Neri Pozza

A:  «Cara amica, avevi ragione, Una vita intera di Robert Seethaler è un bel romanzo e come tutti i romanzi di valore è anche un bel percorso per chi legge.

La storia di Andreas Egger, un uomo semplice e sfortunato per i nostri parametri di fortuna e felicità, ci rivela alla fine una dimensione andata perduta. È la dimensione di chi ha con il proprio destino un rapporto onesto, non di sfida, non di arrabbiata competizione, ma di accettazione consapevole.
Andreas Egger viene messo a dura prova nel corso della sua esistenza, ma non conosce autocommiserazione né la rassegnazione del debole.
Accetta il suo destino e sa interagire su quanto il destino gli offre. Egger è fortissimo, direi quasi impossibile da abbattere. È come le montagne, quelle montagne percorse fino a divenirne parte, in un panorama indefinito tra l’Austria e la Germania del secolo scorso.
Paola non trovi anche tu una coincidenza curiosa il fatto che il suo creatore, lo scrittore austriaco Robert Seethaler, compaia proprio come guida alpina tra i personaggi minori in Youth, il film di Paolo Sorrentino? Non trovi che sia quasi paradossale che l’ideatore di una vita fatta di poco quantitativamente, ma di tanto in termini di sentimento e percezione del reale, sia tra i personaggi di un film dove si fatica a conciliarsi con la vecchiaia dopo una vita di successo?

P: «La coincidenza sembra fenomenale! Intanto Andreas Egger, protagonista del romanzo, è davvero una guida alpina. E mi piace che Seethaler e il suo Andreas appaiano come lavoratori della montagna, perché la natura, nel romanzo di Seethaler (e lo scrittore lo ribadisce in numerose interviste) non è quella romantica e magica, ma quella faticosa, imprevedibile, assassina persino (se violata, in particolare). Sulla difficile riconciliazione con il decadimento fisico e intellettuale ti dirò: la vita di Andreas è molto meno complessa di quella dei protagonisti di Youth. È un’esistenza ridotta ai minimi termini, di altri tempi.
Però sì, è una coincidenza paradossale; ah, se solo Sorrentino avesse saputo che Robert Seethaler è soprattutto uno scrittore! Pare invece, a detta dell’interessato, che nessuno nel cast di Youth sapesse della sua altra identità».

Dal film Youth, di Paolo Sorrentino

Dal film Youth, di Paolo Sorrentino

A: «Hai fatto molto bene tu a sottolineare nella tua recensione che Una vita intera ha un significato doppio: ha una accezione temporale, propria del suo scorrere dalla nascita alla morte, ma anche un significato di piena, non frantumata, non spezzata. La vita di Egger è dolorosa, faticosa, pesante, per lo più cupa sin dall’infanzia infelice di orfano. Ma rimane infrangibile. Le punte di felicità sono quelle che all’uomo riserva l’amore, ma sono anche quelle del rapporto stretto con la natura. Una natura crudele sia quando si scatena e ti capovolge la vita, come la valanga che segna il destino di Egger, sia quando ti rivela la sua silenziosa faccia crudele e spietata, come nell’inverso russo affrontato in guerra da soldato. Se ne esce, ci insegna Andreas Egger, si prosegue sempre».

P: «Seethaler dice che la somma bellezza della Natura non è in realtà grande cosa se paragonata al pensiero e al sentire umano, ma che la parola con cui si esprime l’uomo è a sua volta niente rispetto al tocco, alla carezza, alla fisicità del gesto. E allora mi e ti chiedo: Andreas, nella sua apparente semplicità ─ che invece è un po’ come il colore bianco della sua neve, un non colore che invece contiene tutti i colori dello spettro elettromagnetico ─ non è già in fondo la risposta al film di Sorrentino?

A: «Forse non è la risposta, ma una dimensione più profonda. Lontana, così appare la nostra vita se vista a ritroso col famoso cannocchiale rovesciato, che Sorrentino mette in mano al suo protagonista sconfitto in dirittura d’arrivo. Intera invece se considerata nel suo insieme, come la interpreta il nostro Seethaler. Magnifico infatti il passaggio del romanzo dove con abilità l’autore mette la chiave di lettura del passato all’inizio della vicenda e noi lettori, come il protagonista, lo capiamo a romanzo finito: ‘Si possono comprare le ore di un uomo ─ dice il datore di lavoro a Egger ─ privarlo dei giorni o derubarlo della vita. Ma ci sono attimi che nessuno potrà portargli via!’»

P: «Infatti è così. Il lungo sguardo dell’anziano si volta a rivedere la propria esistenza e si perde nell’insieme, ma si affina nel dettaglio. Il ricordo del suo sentimento emerge anche nei particolari, come la M di Marie che non brucia nella messa in scena allestita per dichiararle il suo amore; la sua pelle, le mani sul grembo che rivelano un futuro possibile senza dirlo con le parole… E non può essere un caso che ogni morte, nel romanzo di Seethaler, è accompagnata dal vagito di una vita appena iniziata o da un bellissimo chiaro di luna o dalla fuga verso casa. Seethaler dice che la felicità non è solo legata al Fato o ad Altro, definiscilo tu, ma che è una questione di scelta, di scelte. Lo trovo molto vero, tu no?»

A: «Questa è una domanda che ci porta lontano…mi viene in mente anche Woody Allen in Match Point, lasciamo stare. Aggiro l’ostacolo con l’esempio a cui la nostra storia mi rimanda, cioè il bellissimo romanzo Stoner di John Williams. Anche in quel caso si accompagnava un uomo nel suo percorso di vita apparentemente senza felicità e desideri, a parte un amore esclusivo quale elemento centrale. Quindi sì, la vita è attimi incancellabili, che danno significato a tutto, è scelta ma non solo, perché l’ingiustizia è realtà. Tuttavia è vero che il senso della vita è forse esserne protagonisti e non demordere di fronte alle avversità. Banale e semplicistico forse. Egger alla fine era per gli altri uno che viveva in un buco, parlava da solo e si lavava nel ruscello, ‘invece dal suo punto di vista sentiva di avercela fatta, in qualche modo, e quindi di avere tutti i motivi per essere soddisfatto’».

P: «Infatti Andreas non è Stoner, lo ha specificato anche Seethaler, proprio perché Andreas accoglie, accetta attivamente la sua vita e fa progetti e prende decisioni. Il bilancio di Andreas è positivo e per questo la morte gli risulta naturale, appunto perché dopo una vita completa, “intera”, non può esserci che la morte».

A: «Un bellissimo romanzo, pacato e imponente come le montagne dove è ambientato. Uno stile accurato, una struttura snella, un linguaggio elegante. Da leggere con calma e senza troppe interruzioni, se non quelle pause che la vicenda richiede per permettere di riflettere. Come una passeggiata per i boschi, lungo un tipico Wanderweg, il sentiero che risale i pendii lungo i quali Andreas Egger portava i turisti».

Robert Seethaler, Una vita intera – trad. R. Cravero, Ed. Neri Pozza ©, pp158 € 14,00 

 

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ANDREINA SWICH

-Una Donna Turchese di A.Swich - 2009, Dalai editore-

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